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L?ultima conferenza di Randy Pausch - ?Come realizzare i sogni ...

Aperto da MacGyver, 12 Marzo 2009, 11:14:49

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MacGyver

L?ultima conferenza di Randy Pausch
?Come realizzare i sogni della vostra infanzia?

Buonasera a tutti. ? magnifico essere qui. Questa serie di conferenze un tempo si chiamava ?L?ultima conferenza: se aveste un?ultima conferenza da fare, di che cosa parlereste?? E io ho pensato: ?Accidenti, finalmente avevo centrato l?argomento e loro le cambiano nome!? [Risate].

Bene, eccoci qui. Nel caso in cui ci fosse qualcuno che ? capitato qui per caso e non conosce la mia storia, mio padre mi ha insegnato che quando c?? un grosso problema bisogna affrontarlo. Nelle mie Tac compaiono una decina circa di tumori al fegato e il dottore mi ha detto che mi restano dai tre ai sei mesi di buona salute. Considerato che me l?ha detto un mese fa, i conti sono presto fatti. Ho i medici migliori al mondo. Cosa c??? Non funziona il microfono? Allora parler? pi? forte?[aggiusta il microfono]. Va bene cos?? Ok. Allora, stavo dicendo che le cose stanno cos?. Non possiamo cambiarle. Possiamo soltanto decidere in che modo reagiremo alla situazione. Non possiamo cambiare le carte che ci sono date, possiamo soltanto decidere come giocare la prossima mano. Se non vi sembro depresso o cupo come pensate che dovrei essere, mi dispiace deludervi. [Risate].

Vi assicuro che non provo un atteggiamento di rifiuto. Non ? che io non sia pienamente consapevole di quanto mi sta accadendo.

La mia famiglia, i miei tre figli, mia moglie?abbiamo traslocato. Abbiamo comperato una splendida casa in Virginia e stiamo facendo tutto ci? perch? questo ? un posto bellissimo per viverci. La nostra casa ? pi? gi? lungo questa stessa strada. L?altra cosa che vorrei dirvi ? che in questo momento sono in ottima forma, in forma smagliante e fenomenale. Ci? che intendo dire ? che il fatto che io sia in ottima forma davvero ? l?esempio di dissonanza cognitiva pi? plateale che vi possa capitare di vedere. Di fatto, credo di essere in forma migliore della maggior parte di voi qui presenti. [Randy si sdraia per terra e inizia a fare flessioni] [Applausi] Pertanto se qui c?? qualcuno che intende piangere o compatirmi, pu? scendere e fare un paio di flessioni, e soltanto dopo potr? compatirmi. [Risate].

Va bene? allora, di una cosa non parleremo oggi. Non parleremo di cancro, perch? ho gi? parlato a lungo di questo e davvero non mi interessa parlarvene. Se avete qualche integratore a base di erbe o qualche altro rimedio, vi prego di starmi alla larga. [Risate].

Non parleremo anche di altre cose che sono pi? importanti dell?esaudire i sogni della vostra infanzia. Non parleremo di mia moglie e non parleremo dei miei figli, per esempio, perch? sono bravo, s?, ma non cos? bravo da poterne parlare senza scoppiare a piangere. Pertanto, molto semplicemente, accantoneremo questo argomento, che ? molto pi? importante.

Altre cose di cui non parleremo sono la spiritualit? e la religione, anche se vi devo confessare di aver appena avuto una conversione in extremis, in punto di morte?.[pausa drammatica di silenzio]. Mi sono appena comperato un Macintosh. [Risate e applausi]. Ecco, adesso so che almeno un nove per cento del pubblico ? con me?

D?accordo, ma allora di che cosa parliamo oggi? Parliamo dei miei sogni d?infanzia e di come li ho realizzati. Da questo punto di vista sono stato molto fortunato. Parleremo di come credo di aver reso possibili i sogni altrui e, in una certa qual misura, degli insegnamenti che se ne possono ricavare. Sono un professore, pertanto dovrebbe essere possibile ricavare qualcosa che consenta ai vostri sogni di realizzarsi. A mano a mano che si diventa grandi, si pu? scoprire che ?permettere ai sogni altrui di realizzarsi? ? ancora pi? gratificante.

Dunque, volete sapere quali erano i sogni della mia infanzia? Prima di tutto vi premetto di aver avuto un?infanzia davvero molto felice. S?, sul serio, non sto scherzando. Ho frugato nell?archivio di famiglia e la cosa che mi ha davvero colpito ? che non sono riuscito a trovare nessuna foto di me bambino nella quale io non stessi sorridendo. E questo di per s? ? gi? molto gratificante. [Compare una diapositiva] Questo ? il nostro cane, d?accordo? Sbadiglia? e questo sono io che sogno. Sognavo molto.

Sapete, c?era molto per cui sognare ad occhi aperti. Sono nato nel 1960. Avevo otto o nove anni e se guardavo la televisione potevo vedere l?uomo sbarcare sulla Luna. A quel punto capite bene che ogni cosa ? possibile. Ecco, questo non dovremmo dimenticarlo mai. L?ispirazione e la possibilit? di sognare sono immense.

Quali erano i miei sogni d?infanzia? Potrete anche non essere d?accordo con il mio elenco, ma si tratta dei seguenti: sperimentare l?assenza di gravit?, giocare nella Lega Nazionale di Football, scrivere una voce della World Book Enciclopedia (beh, s?, presumo che i secchioni si individuino subito, non ? cos?? ), essere Captain Kirk?

C?? qualcuno tra voi che ha avuto questi stessi sogni quando era bambino? No, alla Carnegie Mellon University no di sicuro! Volevo anche essere uno di quei tipi che vincono i pupazzi giganti al Luna Park, e volevo diventare uno degli imagineer della Disney (coloro che pianificano e realizzano le attrazioni dei parchi giochi, nota del traduttore).

Ecco, ve li ho elencati in ordine sparso, anche se a esclusione forse del primo, sperimentare l?assenza di gravit?, di sicuro erano sogni di difficile realizzazione.

Io credo che sia molto importante avere sogni precisi. Non sognavo di diventare un astronauta, perch? quando ero piccolo e indossavo gli occhiali qualcuno mi aveva detto che gli astronauti non possono indossare gli occhiali?e io avevo dichiarato: ?Mmmm, non mi interessa diventare astronauta. A me interessa soltanto galleggiare nell?aria?.

Cos? da piccolo, come potete vedere nella diapositiva, mi allenavo [si vede Randy bambino che sdraiato sul tavolo di casa assume la posizione tipica di chi galleggia in assenza di gravit?]. Ma ovviamente questo sistema non funzionava granch?. Pi? avanti ? saltato fuori che la Nasa disponeva di una cosa detta ?La cometa del vomito? con la quale si addestravano gli astronauti. Si tratta di un apparecchio che effettua delle paraboliche. Alla sommit? di ogni arcata per 25 secondi circa si diventa dei proiettili e si sperimenta, per circa 25 secondi soltanto, un vago equivalente dell?assenza di gravit?.

Ebbene, esiste un programma al quale gli studenti universitari possono sottomettere varie proposte e il progetto migliore si aggiudica il diritto di volare. Cos? io ho pensato che potesse essere un?occasione meravigliosa. Ho formato un team di studenti che ha vinto e si ? aggiudicato il diritto di volare. Io ero al settimo cielo: sarei andato anch?io. Poi per? mi sono scontrato con la prima dura realt?: mi hanno detto chiaramente che per nessun motivo un membro di facolt? avrebbe potuto volare con il team. Capirete?ero a pezzi. Mi sembrava impossibile: avevo lavorato cos? sodo!

Allora mi sono riletto con grande attenzione tutto ci? che c?era da leggere sul programma e ho scoperto che la Nasa, nell?ambito del suo programma di assistenza e promozione, permetteva agli studenti di portarsi dietro dalla loro citt? il giornalista di un media locale. [Risate]. E cos??[fa la voce profonda] ?Randy Pausch ? un giornalista web?. [Torna alla voce normale].

? davvero molto facile ottenere un pass per la stampa! [Risate]. A quel punto chiamo la Nasa e chiedo a quale numero avrei potuto faxare alcuni documenti. Loro mi chiedono di che documenti si tratta. E io rispondo che si tratta delle mie dimissioni da membro della facolt? e della mia candidatura al ruolo di giornalista. Loro mi chiedono: ?Non le pare un po? troppo sfacciata come manovra??. E io dico: ?S? certo, ma il nostro progetto riguarda la realt? virtuale. Porteremo con noi moltissime cuffie con apparecchi VR (virtual reality), e tutti gli studenti che formano il gruppo la sperimenteranno, mentre tutti i veri giornalisti riprenderanno la scena?. E Jim Foley (che ? qui tra il pubblico e annuisce?.s?, tu, bastardo!) mi dice: ?Eccole il numero di fax?.

Quindi, in conclusione, abbiamo rispettato i patti. Questo ? uno di quegli argomenti di cui sentirete parlare ancora a lungo pi? avanti: avere sempre qualcosa da mettere sul tavolo, proprio cos?, perch? questo vi rende pi? bene accetti. Se siete curiosi di sapere com?? l?assenza di gravit?, ecco?spero che il sonoro funzioni. [Nella diapositiva si vede Randy che sperimenta l?assenza di gravit?]. Io sono questo qui. [Risate, perch? le persone del video si schiantano sul pavimento dell?aereo]. Pertanto, sogno d?infanzia numero uno: esaudito.

Ok, passiamo al football.

Il mio sogno, come vi ho detto, era giocare nella Lega Nazionale di Football, ma probabilmente ho avuto molto pi? da questo sogno che non si ? realizzato che da tutti quelli che invece si sono realizzati.

Avevo un allenatore. Firmai con lui a nove anni. Ero il pi? piccolo della Lega, e avevo un allenatore, Jim Graham, che era alto quasi un metro e novanta e aveva giocato da linebacker (difensore piazzato alle spalle della prima linea di difesa, nota del traduttore) con i Penn State. Era un colosso ed era della vecchia scuola. Intendo proprio vecchia?il primo giorno di allenamento eravamo tutti spaventati a morte da quel gigante. Lui arriv?? ed era senza pallone. Come avremmo mai potuto allenarci senza pallone? Allora un ragazzino si fece avanti e gli disse: ?Senta coach, mi scusi, ma non c?? il pallone?. E il coach Graham: ?? vero. Ma ditemi un po?, quante persone ci sono in campo??. E noi in coro: ?Undici per squadra, ventidue in tutto?. ?Esatto. E quante persone alla volta toccano il pallone??. ?Una sola?. ?Giusto. Quindi noi inizieremo da quello che fanno gli altri ventuno?.

S?, ? propria una bella storiella, perch? parla delle cose fondamentali, le cose basilari, le cose che contano. ? importante concentrarsi su queste, le cose fondamentali, perch? tutto ci? che ? superfluo e inutile non serve a niente.

L?altra cosa importante legata al coach Jim Graham riguarda l?allenamento. Mi stava sempre addosso, sempre. Mi faceva sgobbare e lavorare senza sosta: ?Sbagli questo, ripeti. Sbagli anche quell?altro. Fallo ancora. Torna indietro e ricomincia. Me lo devi?dopo l?allenamento fai le flessioni? e cos? via. Un giorno, al termine dell?allenamento, uno degli altri coach mi si avvicina e mi dice: ?Il coach ti ha lavorato ben bene, non ? cos???. Io rispondo di s?, e lui chiosa: ?Si tratta di un buon segno. Quando sbagli qualcosa e nessuno ti dice pi? niente, significa che ormai hanno rinunciato?.

Questa ? una lezione che ho imparato e ho ricordato per tutta la vita: quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirti qualcosa, significa che ? meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perch? ti ama e ti ha a cuore.

Dopo il coach Graham ne ho avuto un altro, il coach Setliff, che mi ha insegnato moltissime cose sul potere dell?entusiasmo. Faceva una cosa terribile, a ripensarci: inseriva un giocatore alla volta per un solo tempo nella posizione che era la meno plausibile e la pi? sbagliata per lui. Per esempio, metteva in campo tutti i bassi nella posizione di ricevitore, capite? Beh, insomma, l?altra squadra era assolutamente disorientata. Non sapeva chi era a colpire. Perch? se si gioca soltanto un tempo e non ci si trova dove uno suppone ci si debba trovare, libert? diventa sinonimo di nulla da perdere? L?entusiasmo era alle stelle. Ancora oggi da nessuna parte mi sento pi? a mio agio che su un campo da football.

Quello che voglio dire ? che quando ho un problema da risolvere [tira fuori un pallone], la gente mi vede andare in giro con uno di questi? perch? quando si ? giovani e qualcosa come il football ? la tua vita, diventa una parte di te. Per sempre. Sono molto contento che il football sia stato parte della mia vita. Anche se il desiderio di giocare nella Lega Nazionale di Football non si ? realizzato, pazienza. Probabilmente ci sono cose che contano di pi?. Se poi guardiamo a quello che stanno facendo nella NFL?.non sono pi? cos? sicuro che si stiano comportando bene?.

Bene, uno dei modi di dire che ho acquisito lavorando per l?Electronic Arts, che mi piace moltissimo ed ? in relazione a quanto ho appena raccontato ? questo: ?L?esperienza ? ci? che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ci? che volevi?. Penso che sia assolutamente deliziosa.

L?altra cosa che posso dire del football, come di qualsiasi altro sport o attivit? che facciamo praticare ai nostri figli, che si tratti di football o di calcio, di nuoto o di qualsiasi altra cosa, ? che questo ? un esempio di quello che io definirei l?apprendimento indiretto. In realt? noi non vogliamo che i nostri figli imparino a giocare a football. S?, insomma, ? carino che io abbia queste tre punte e che so come fare blocco e cos? via?ma noi mandiamo i nostri figli a imparare cose molto pi? importanti di queste. Spirito di squadra, spirito sportivo, perseveranza, eccetera. Tutti questi apprendimenti indiretti sono importantissimi. Anzi, bisognerebbe aprire bene gli occhi, stare sempre all?erta e coglierli ovunque, perch? sono ovunque.

Passiamo adesso all?altro desiderio, diventare autore di una voce della World Book Encyclopedia. Quando ero bambino, su una mensola di casa nostra c?era la World Book Encyclopedia?per le matricole devo precisare che si tratta di un?enciclopedia in versione cartacea! Bene, c?erano queste cose che chiamavamo libri [risate]. Dopo che sono diventato per cos? dire un?autorit? in fatto di realt? virtuale, ma non poi cos? importante, mi sono trovato al livello di coloro ai quali la World Book Encyclopedia avrebbe potuto chiedere di scrivere un articolo. E infatti mi chiamarono e io ho scritto un articolo! Questa ? Caitlin Kelleher [nella diapositiva Caitlin indossa una cuffia VR con la quale si muove in un mondo tridimensionale] e se andate nella vostra libreria locale, dove conservano ancora copie cartacee della World Book Encyclopedia, se cercate alla voce Virtual Reality troverete il mio articolo. Tutto ci? che posso dire ? che effettivamente essendo stato scelto per diventare un autore della World Book Encyclopedia, posso assicurarvi che Wikipedia ? una fonte perfetta di informazioni per voi, perch? conosco il controllo di qualit? delle vere enciclopedie!

Ok, passiamo pure al desiderio successivo. [Diapositiva riportante la scritta: ?Incontriamo il Capitano Kirk?] [Risate].

A un certo punto della propria vita uno si rende conto che ci sono alcune cose che non potr? fare, cos? forse sarebbe meglio starsene con i piedi per terra. Beh, mio !word_censored_by_admin!, che modello per i giovani! [Risate] [diapositiva del Capitano Kirk seduto alla sua postazione di controllo sull?astronave Enterprise].

Ecco, io volevo essere cos?, ma quello che mi ha spinto pi? avanti nel corso della vita alla vera leadership, ? aver capito che lui non era il pi? importante dell?astronave! C?era Spock, che non era niente male, e McCoy, il dottore, e poi c?era Scotty, l?ingegnere? tanto che alla fine uno finisce col chiedersi quali competenze, quali abilit? possa mai avere lui per starsene ai comandi e coordinare tutti? E allora capisci che c?? una cosa che si chiama leadership, e ti piaccia o meno questa serie di telefilm, non c?? dubbio che osservando quel tipo in azione si imparano molte cose su come dirigere e comandare gli altri. E in pi? ha i giocattoli pi? belli di tutti! [mostra una diapositiva dei gadget di Star Trek].

Beh, insomma, da bambino credevo fosse affascinante che il Capitano Kirk avesse tutte queste cose, [tira fuori uno Star Trek Communicator] e potesse parlare a tutta l?astronave con questo. Credevo che fosse semplicemente spettacolare e ovviamente anche io oggi ne possiedo uno, e perfino pi? piccolo? [Estrae il suo telefono cellulare]. Insomma, tutto ci? ? molto cool? quindi ho realizzato anche questo sogno.

James T. Kirk e il suo alter ego William Shatner hanno scritto un libro, che credo sia un libro niente male affatto. Lo hanno scritto con Chip Walter, uno scrittore che vive a Pittsburgh. Il libro parla della scienza di Star Trek, ovvero di quello che di Star Trek si ? avverato. Gli autori si sono recati in vari posti del Paese, osservando varie cose e sono venuti qui a osservare la nostra realt? virtuale. Cos? abbiamo realizzato una realt? virtuale apposita, che era pi? o meno una cosa del genere. [Mostra la diapositiva del ponte virtuale di Star Trek ripreso da una trasmissione televisiva degli anni Sessanta]. ? stato davvero forte conoscere l?idolo della mia infanzia, ma ancora meglio ? quando ? lui a venire da te per capire le cose pi? incredibili che tu stai preparando nel tuo laboratorio. S?, fu un grande momento davvero?

Bene, siamo arrivati alla vincita dei peluche? potr? sembrarvi qualcosa di assolutamente banale, ma quando si ? piccoli e al luna park si vedono questi tipi con grossi peluche sotto il braccio? bene, questa ? la mia adorabile moglie e queste sono tutte immagini di grossi peluche che ho vinto. [Risate, mostra le diapositive di vari peluche di grosse dimensioni]. Questo ? mio padre in posa con un peluche che ho vinto. S?, ne ho vinti moltissimi. Questo ? ancora mio padre con un peluche che ha vinto lui. Questa ? una parte della mia vita e della mia famiglia.

Gi? so che cosa staranno pensando i cinici: diranno che in questa epoca di immagini manipolate digitalmente, forse tutti questi orsi non sono davvero nella foto con me, o forse ho pagato cinque dollari a qualcuno che aveva vinto davvero i peluche perch? mi facesse fare una fotografia con loro?.Cos? mi sono chiesto: come posso in quest?epoca di cinismo, convincere le persone? Risposta: ho capito, porto gli orsi. Prego, portateli fuori! [Svariati peluche di grosse dimensioni sono portati in scena. Risate e applausi]. Ecco, appoggiateli alla parete di fondo, grazie.

Bene, eccovi qui i miei orsacchiotti. Poich? non abbiamo abbastanza spazio per loro nel trasloco, se qualcuno vuole conservare un pezzetto di me, si accomodi pure, alla fine potr? venire a prendersene uno. Chi prima arriva, meglio sceglie!

Bene. Possiamo passare al desiderio successivo. Essere un Imagineer. Ecco, questo era proprio difficile. Credetemi: sperimentare l?assenza di gravit? ? niente rispetto a diventare un Imagineer! Quando avevo otto anni la mia famiglia aveva attraversato tutto il Paese per andare a Disneyland. Non so se avete visto il film ?National Lampoon?s Vacation??bene, ? stato un po? come in quel film. [Risate]. Fu una vera odissea. [Mostra diapositive della sua famiglia a Disneyland]. Ecco, queste sono alcune foto vintage, e questo sono io di fronte al castello. Eccomi l??per quelli di voi che stanno avendo qualche strano presagio, quello ? lo scivolo di Alice. [Risate].

Eccomi l?, dicevo. Pensavo che quello era davvero l?ambiente pi? fantastico che io avessi mai visto e invece di pensare: ?Voglio assolutamente visitarlo?, dentro di me pensavo: ?Voglio assolutamente costruire cose cos??. E cos? ci investii tutto il mio tempo, mi laureai, presi un dottorato al Carnegie Mellon, pensando che tutto ci? mi qualificasse al massimo a fare qualsiasi cosa. Poi spedii caterve di lettere con domanda di assunzione alla Walt Disney Imagineering, e loro mi mandarono le pi? dannate lettere di ?vai-pure-all?inferno? che io abbia mai ricevuto. [Risate]. S?, insomma, erano lettere del tipo: ?Abbiamo preso in seria considerazione la sua domanda, ma al momento non abbiamo disponibile alcuna posizione che possa richiedere le sue particolari qualifiche?. Immaginate un po?: ricevere lettere cos? da un posto che ? famoso in tutto il mondo per i suoi spazzini che puliscono le strade?[Risate]. Beh, per me fu un po? un brutto colpo.

Ricordate, per?: ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, ? l? per un motivo preciso. Non ? l? per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilit? di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono l? per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono l? per fermare gli altri. Bene, con un ?avanti veloce? spostiamoci al 1991: all?Universit? della Virginia mettiamo a punto un sistema denominato ?Realt? virtuale per cinque dollari al giorno?. Si trattava di una di quelle cose assolutamente spettacolari.

Quell?anno, da junior academic, ero terrorizzato. C?era Jim Foley? s?, voglio proprio raccontarvi questa storia. Foley conosceva il mio consigliere undergraduate, Andy Van Dam. Io dovevo tenere la mia prima conferenza ed ero assolutamente nel panico. Ebbene, quell?icona vivente della user interface community viene da me e senza preavviso alcuno mi abbraccia come un grande orso, e mi dice: ?Questo ? da parte di Andy?. Ed ? stato allora che ho pensato per la prima volta: ?Forse posso farcela! Forse faccio parte del suo mondo?.

Questa ? la storia e fu un successo tanto pi? inverosimile se si pensa che all?epoca per costruire una realt? virtuale occorreva avere come minimo mezzo milione di dollari. Tutti si sentivano demoralizzati perch? i soldi non c?erano, mentre noi avevamo messo insieme, pezzo dopo pezzo, un sistema con circa cinquemila dollari in componenti, costruendo un sistema VR perfettamente funzionante. E la gente impazziva, si entusiasmava, pensava che il nostro fosse un bis del grande exploit del garage dell?Hewlett Packard, e cose cos?.

Insomma, ero l? a fare una conferenza, e il pubblico della sala pareva letteralmente impazzito. Durante la fase finale delle domande del pubblico, un tipo di nome Tom Furness, all?epoca un pezzo grosso nel campo della realt? virtuale, prende il microfono e si presenta. Io non sapevo che aspetto avesse, ma il suo nome lo conoscevo eccome! Mi rivolge una domanda e quando a me tocca rispondere gli dico: ?Lei ? Tom Furness? Prima di rispondere alla sua domanda, mi pu? dire se possiamo pranzare insieme domani??. [Risate].

Fu cos? che dopo un paio di anni Imagineering lavorava a un progetto di realt? virtuale, assolutamente top secret. Ancora negavano l?esistenza di un?attrazione con la realt? virtuale e gi? il dipartimento pubblicit? mandava in onda spot in televisione. Insomma, Imagineering si era davvero appassionata alla cosa. Si tratta dell?attrazione di Aladino, quella nel quale si vola su un tappeto volante, con un display sulla testa, una cosa nota come ?gator vision?. Non appena iniziano gli spot alla televisione, mi chiedono se posso dare qualche informazione al Segretario della Difesa sullo stato della realt? virtuale. S?, proprio cos?: Fred Brooks e io siamo stati convocati per informare il Segretario della Difesa.

Questa per me ? stata una scusa fantastica: ho chiamato Imagineering, ho detto loro quello che dovevo fare e ho chiesto che mi dessero del materiale, perch? quello che stavano mettendo a punto era il miglior sistema di VR del mondo. Loro si sono tirati indietro. Al che io ho ribattuto: ?Ma allora, tutto il patriottismo dei vostri parchi ? soltanto una farsa??. A quel punto hanno ceduto. [Risate].

Mi comunicano per? che il dipartimento delle Public Relation ? nuovo e non ha materiale per me, quindi devo prendere contatti direttamente con il team che ha eseguito il lavoro. Bingo! Ecco quindi che mi ritrovo a telefono con un tipo di nome Jon Snoddy, una delle persone pi? impressionanti che io abbia mai conosciuto. Lui mi manda delle carte, parliamo brevemente a telefono e io a un certo punto gli dico: ?Senta, mi trover? dalle sue parti per una conferenza, che ne dice se ci incontriamo e pranziamo insieme??. Il che, come tutti sapete, tradotto significa: ?Le sto mentendo, le dir? che ho un?ottima scusa per capitare dalle sue parti, quindi non sia troppo in ansia, mi piacerebbe andare da Neptune a pranzo con lei?. [Risate]. Jon mi risponde: ?Certo!?, e cos? trascorro circa 80 ore a parlare con tutti gli esperti di realt? virtuale del mondo, chiedendo loro che cosa vorrebbero, se potessero avere accesso a questo incredibile progetto. Poi mi compilo un bell?elenco, lo imparo a memoria ? il che, come sanno tutti quelli che mi conoscono, ? davvero incredibile, perch? io non riesco mai a ricordare nulla, ma non ? che potevo andare l? a dirgli con una vocina sottile ?Aspetti, domanda numero 72?? - e per le due ore che dur? quel pranzo, Jon deve aver pensato di essere alle prese con una persona fenomenale, perch? tutto ci? che stavo facendo, in definitiva, era convogliare le idee di Fred Brooks, di Ivan Sutherland, di Andy Van Dam, e di Henry Fuchs e cos? via?? facile passare per persone brillanti quando si scimmiottano le persone brillanti!

Insomma, alla fine del pranzo con Jon, lascio cadere quella che nel gergo del business si chiama ?La Domanda?. Gli dico: ?Ben presto inizio un sabbatico?. E lui mi chiede: ?Che cosa?? [Risate]. Un bell?inizio davvero di uno scontro di culture?Cos? gli espongo la possibilit? di andare a lavorare con lui. Soltanto che lui mi risponde che s?, sarebbe una buona idea davvero, se si esclude il fatto che io lavoravo per raccontare cose alla gente, mentre loro lavoravano mantenendo i segreti. Poi, per?, aggiunge qualcosa degno di Jon Snoddy davvero: mi dice che ci avremmo potuto lavorarci sopra, e la cosa mi piace immensamente.

Un?altra cosa che ho imparato da Jon Snoddy ? potrei andare avanti anche pi? di un?ora a raccontarvi ci? che ho imparato soltanto da Jon Snoddy ? ? questa: impara ad aspettare tutto il tempo che serve e la gente ti sorprender? davvero. Mi ha spiegato che quando si ? davvero stufi marci di qualcuno o si ? arrabbiati con lui, significa solo che non si ? concesso loro abbastanza tempo. Dategli pi? tempo e vedrete che quasi sempre vi stupiranno. Quando me lo disse, questa cosa mi colp? moltissimo. Me la sono sempre tenuto a mente e credo che avesse perfettamente ragione.

Ma veniamo al dunque: ci accordammo su un contratto legale. Sarebbe stato il primo: alcune persone vi accennavano dicendo che era il primo e ultimo pezzo di carta mai redatto da Imagineering. L?accordo prevedeva che io andassi, trovassi i miei finanziamenti, stessi con loro sei mesi, lavorassi a un progetto e insieme lo pubblicassimo. Ma ora conosciamo il ?cattivo? della situazione. [Mostra una diapositiva di un suo ex rettore]. Non riesco a essere tutto latte e miele, perch? non sarei credibile. Qui salta la testa di qualcuno?la testa che salta ? quella di un rettore dell?Universit? della Virginia. Il suo nome non ? cos? importante. Chiamiamolo rettore Wormer [Risate].

Allora, il Rettore Wormer ed io abbiamo un incontro nel corso del quale gli comunico di volermi prendere un sabbatico, gli dico che sono riuscito a far s? che quelli dell?Imagineering prendano un docente universitario, il che ? pazzesco. Quello che voglio dire ? che se Jon non fosse impazzito, questa eventualit? non sarebbe mai stata presa in considerazione. Si tratta infatti di un?organizzazione molto segreta e riservata. Il rettore Wormer guarda le carte e mi dice: ?Da quello che leggo potranno disporre della tua propriet? intellettuale?. E io dico: ?S?, infatti, abbiamo raggiunto un accordo per pubblicare il lavoro?. Non c?? un?altra propriet? intellettuale. Io non faccio cose brevettabili. E lui incalza: ?S?, ma potresti. Pertanto l?accordo salta. Vai da loro e digli di modificare quella clausoletta, poi torna qui da me?. E io gli faccio: ?Mi scusi? Ho capito bene? Vorrei che lei si rendesse conto di quanto ? importante questa cosa. Se cos? non funziona, mi prender? un periodo di congedo non retribuito, ma io andr? da loro e far? quello che intendo fare?. Lui ribatte: ?Ehi, potrei non permetterti una cosa del genere in nessun modo. Quello che voglio dire ? che forse nella tua testa c?? gi? una propriet? intellettuale e forse te la ?aspireranno??? [Risate]. Credo sia molto importante capire quando ci si trova a giocare una partita davvero schifosa, perch? cos? si capisce che ? importante uscirne quanto prima possibile. Pertanto gli ho detto: ?D?accordo, facciamo un passo indietro. Crede che sia una buona idea, comunque??. Lui mi risponde: ?Non ho idea se ? una buona idea??. Al che io [cambia tono, diventa sarcastico] gli faccio presente: ?Bene, allora la pensiamo nello stesso modo?ma se questa ? una faccenda di propriet? intellettuale non ? proprio di sua competenza, non ? cos?? Infatti, ? di competenza del Rettore della ricerca sponsorizzata.?. Lui conferma e io proseguo: ?Ma se a lui stesse bene, a lei andrebbe bene??. E lui mi dice : ?S?, a quel punto mi starebbe bene?. Al che io ?.whoosh! Sparisco in una nuvoletta come Willy Coyote?mi precipito nell?ufficio di Gene Block, uno degli uomini pi? meravigliosi al mondo. Gli racconto tutto e gli propongono di partire da un alto livello per non essere costretto a fare marcia indietro di nuovo. Gli dico: ?Iniziamo da qui: credi che sia una buona idea?? Lui risponde: ?Se vuoi sapere se secondo me ? una buona idea, posso soltanto dirti che non ne so molto. Tutto ci? che so ? che uno dei miei docenti pi? brillanti ? qui nel mio ufficio tutto entusiasta. Spiegami meglio?.

Ecco, questa ? un?altra lezione per chiunque faccia parte di un?amministrazione. Entrambi mi avevano chiesto la stessa cosa. Ma pensate un po?, hanno formulato la domanda in modo completamente diverso. Il primo [fa la voce tonante, sembra abbaiare] dice: ?NON SO!?. Il secondo invece [fa una vocina gentile] dice: ?Non ho molte informazioni, ma visto che uno dei pi? brillanti docenti del mio corpo accademico ? qui nel mio studio tutto entusiasta vorrei proprio saperne di pi??. Entrambi dicono in sostanza la stessa cosa, ma caspita! C?? modo e modo di dire le cose. Il modo giusto e il modo sbagliato. Ad ogni buon conto, alla fine riusciamo a risolvere tutto. Vado all?Imagineering. Gioia e delizia. Tutto ? bene quel che finisce bene. Alcuni muri in realt? sono fatti di carne e ossa? Insomma, vado all?Imagineering e lavoro al Progetto Aladino. Assolutamente spettacolare. Davvero, incredibile.

Ed ecco a voi mio nipote Christopher. [Diapositiva di Christopher sulla macchina di Aladino]. Questo ? l?apparecchio. Ci si siede su questa specie di chassis da motocicletta. Si gira il proprio tappeto volante e si indossa la cuffia con il display. Si tratta di qualcosa di davvero molto interessante, perch? ? formato da due parti, un design molto intelligente. Per offrire la massima prestazione, l?unica parte in contatto con la testa dell?utente ? questa piccola cuffia e tutto il resto, tutto il costosissimo hardware, ? attaccato ad essa. Quindi si poteva sostituire la cuffia per i vari utenti, perch? in sostanza costavano davvero nulla da produrre. [Mostra una diapositiva nella quale pulisce una cuffia]. Ecco, in pratica questo ? quello che ho fatto nel mio anno sabbatico: ero un pulitore di cuffie. [Risate]. Adoravo Imagineering. Era un luogo assolutamente spettacolare. Tutto ci? che io avessi mai sognato. Adoravo il laboratorio dei modellini. La gente si accalcava su oggetti delle dimensioni di questa sala. Era un luogo assolutamente incredibile nel quale passeggiare. Io ne traevo ispirazione. Ricordo che quando finalmente andai all?Imagineering, la gente mi chiedeva: ?Non pensi che le tue aspettative siano troppo alte??. E io rispondevo: ?Hai visto il film ?Charlie e la Fabbrica di cioccolato? Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato??. Quando Gene Wilder dice al piccolo Charlie che sta per regalargli la fabbrica di cioccolato e gli fa: ?Bene Charlie, ti hanno mai raccontato la storia del bambino che all?improvviso ottenne tutto ci? che desiderava??. E Charlie spalanca gli occhi e dice: ?No, che cosa gli ? capitato?? E Gene Wilder gli risponde: ?Ha vissuto per sempre felice e contento??. [Risate]. Ecco, lavorare per il progetto di virtual reality di Aladino ? stata un?opportunit? che capita soltanto ogni cinque carriere? e lo confermo. ? stata un?esperienza che mi ha cambiato per il resto della mia vita. Non soltanto perch? era un buon lavoro e io ne facevo parte, ma anche perch? mi mise nella condizione di poter lavorare con gente vera e su questioni relative alla vera HCI, l?interazione uomo-computer. La maggior parte delle persone che lavorano su questo lo fanno nel chiuso dei laboratori, nel mondo fantastico dei colletti bianchi che hanno master e dottorati di ricerca. Ma finch? non hanno del gelato sciolto che gli cola addosso, non fanno vera ricerca sul campo. Pi? di ogni altra cosa, da Jon Snoddy ho imparato come mettere insieme artisti e ingegneri, e questa ? davvero una bella eredit?. Abbiamo pubblicato l?articolo. Proprio un bello scandalo culturale accademico?quando abbiamo scritto l?articolo all?Imagineering hanno detto: ?Mettiamo una grande foto. Come si farebbe in una rivista?. [Mostra una diapositiva della prima pagina dello studio, con una foto in cima che occupa due colonne intere]. E il Comitato SIGCRAPH, che accett? l?articolo, ne ha fatto un mezzo scandalo: ?Sono autorizzati a fare una cosa del genere??. [Risate]. Ma non c?erano regole! Cos? abbiamo pubblicato l?articolo e stranamente da allora la SIGCRAPH ha la tradizione di pubblicare grandi foto a colori in prima pagina. Insomma, ho cambiato il mondo, da un piccolo punto di vista. [Risate]

Poi, alla fine dei miei sei mesi, quelli dell?Imagineering vengono da me e mi chiedono: ?Vuoi fare sul serio? Puoi restare?. E io ho risposto di no. Una delle uniche volte in tutta la mia vita che ho stupito mio padre. Mi ha chiesto: ?Che cosa hai detto? Da quando eri piccolo cos? [indica l?altezza di un bambino] hai sempre desiderato una cosa come questa e adesso che ce l?hai, abbandoni??. Nel cassetto della mia scrivania c?era un flacone di Maalox. Attenti a quello che state pensando?era un posto molto stressante. Imagineering in generale non ? cos? pieno di Maalox?ma il laboratorio nel quale mi trovavo io! Jon se ne and? a met? del mio periodo e la situazione si era fatta alquanto simile all?atmosfera che si respira in Unione Sovietica. Per un certo periodo divenne anche rischiosa per me. Poi per? la cosa si ? risolta. Se mi avessero detto rimani o non rimetterai mai pi? piede in questo edificio, lo avrei fatto, me ne sarei andato e basta. Ma mi resero le cose assai semplici. Mi dissero che potevo avere quello che volevo. Potevo avere la torta e mangiarmela. Cos?, in sostanza per dieci anni sono diventato consulente dell?Imagineering un giorno alla settimana. Ecco, questa ? una delle ragioni per le quali dovreste diventare tutti professori: perch? potete avere la vostra torta e perfino mangiarvela. Cos? ho fatto da consulente su cose come DisneyQuest. C?era la Crociera Virtuale nella Giungla, e l?esperienza interattiva migliore che io abbia mai fatto ? il merito va tutto a Jesse Schell - quella dei Pirati dei Caraibi. Meravigliosa DisneyQuest.

Bene, questi che vi ho raccontato erano i miei sogni d?infanzia. Non male. Sento di esserne soddisfatto.

A questo punto l?unica domanda possibile ? in che modo posso far s? che si realizzino i sogni d?infanzia altrui. E ancora una volta la risposta ? questa: sono contento di essere diventato un professore. Quale posto migliore esiste infatti per soddisfare i desideri dell?infanzia? Forse lavorare da EA, non so?s?, sicuramente questa sarebbe un?ottima seconda scelta. Tutto ci? ha avuto inizio quando mi sono reso effettivamente conto di poterlo fare, perch? un giovanotto di nome Tommy Burnett, venne da me quando ero all?Universit? della Virginia e mi disse di essere molto interessato a unirsi al mio gruppo di ricerca. Cos? iniziammo a parlare e lui a un certo punto mi dice: ?Ho un sogno sin dall?infanzia?. ? facile riconoscerli quando ti dicono queste cose. Io allora gli rispondo: ?S?, Tommy, qual ? il tuo sogno dell?infanzia??. Lui prosegue: ?Voglio lavorare al prossimo film di Guerre Stellari?. Dovete chiaramente ricordare in che epoca accadeva tutto ci?? dove ? Tommy? Tommy ? qui tra noi oggi. Tommy, che anno sar? stato? Il tuo secondo anno di universit?? Beh, intorno al 1993. Al che io gli dico: ?Tommy, guarda che probabilmente non faranno altri film della serie?. [Risate]. E lui ribatte: ?Ti sbagli, li stanno facendo?. Tommy ha lavorato con me per molti anni prima della laurea e poi come membro del mio staff. Poi io sono venuto qui al Carnegie Mellon, e tutti i membri del mio team mi hanno seguito dalla Virginia al Carnegie Mellon fuorch? Tommy, perch? ha ricevuto un?offerta migliore. Ha lavorato davvero a tutti e tre i nuovi film di Guerre Stellari! Al che io gli dico: bene, ? splendido, ma credo che realizzare i sogni di uno solo alla volta non sia propriamente efficiente. Chi mi conosce bene sa che sono un vero maniaco dell?efficienza. Cos? mi chiedo, non possiamo farlo in massa? Non posso far s? che la gente lavori in modo tale da poter vedere realizzati i propri sogni d?infanzia? Pertanto ho creato un corso specifico. Sono venuto qui al Carnegie Mellon e ho dato vita a un corso denominato ?Costruzione di mondi virtuali?. ? un corso molto semplice. Quante persone qui tra il pubblico vi hanno preso parte? [Alcune persone tra il pubblico alzano la mano]. Ok, quindi alcuni di voi ne hanno un?idea. Per coloro di voi che un?idea non l?hanno, le cose sono molto semplici. Ci sono una cinquantina di studenti scelti tra i vari dipartimenti dell?universit?. Del tutto casualmente sono assortiti per formare team di quattro persone, e prendono parte a tutti i progetti, uno dopo l?altro. Ogni progetto ha la durata di sole due settimane, pertanto ogni studente fa qualcosa, costruisce qualcosa, la mostra, poi io cambio a caso i gruppi ed egli ricomincia insieme a tre colleghi nuovi. Tutto questo accade ogni due settimane, pertanto nel semestre del corso si completano cinque progetti. Il primo anno che ho tenuto questo corso, sono andato molto di fretta, perch? volevo constatare se eravamo effettivamente in grado di farlo. Avevamo appena imparato a fare texture mapping (metodo per aggiungere dettagli o colori a progetti grafici tridimensionali, Ndt) e gi? riuscivamo a fare cose mediamente accettabili. Ma per gli standard attuali usavamo computer davvero molto lenti e poco potenti. Nonostante ci?, mi ero ripromesso di provarci. Alla mia nuova universit? [ Carnegie Mellon ] feci un paio di telefonate chiedendo di poter trasformare il mio corso in un intercorso insieme ad altra gente. Nel giro di sole 24 ore l?avevo trasformato in un corso interfacolt?, al quale erano interessati cinque dipartimenti diversi. Mi piace questa universalit??insomma, questo ? un luogo fantastico. Gli studenti mi chiesero quali contenuti volessimo sviluppare e io risposi che non ne avevo idea. ?Fate tutto quello che vi pare. Ci sono soltanto due regole da rispettare: nessuna violenza ? tipo sparatorie e killer vari ? e nessuna pornografia. Non perch? io sia contrario in particolare a queste due cose, ma perch? ? gi? stato fatto con la realt? virtuale, non vi pare??. Bene, voi non ne avete neppure un?idea, ma se si escludono queste due cose, i giovani di 19 anni sono del tutto privi di idee?[Risate e applausi].

Ad ogni modo, sono riuscito a insegnare quel corso. Ho assegnato loro un primo incarico e quando sono tornati da me dopo due settimane esatte mi hanno lasciato davvero a bocca aperta. Quello che avevano fatto andava talmente oltre le mie aspettative e la mia immaginazione?in sostanza, io avevo riprodotto i processi in uso nei laboratori dell?Imagineering, ma senza avere idea se si potessero realizzare con studenti non ancora laureati, e con strumentazioni e apparecchiature cos? insufficienti. Insomma, sono venuti da me con il loro primo progetto? era talmente spettacolare che dopo dieci anni di insegnamento mi sono ritrovato senza un?idea su come proseguire, che cosa far loro fare in seguito. Di conseguenza mi sono rivolto al mio mentore. Ho telefonato ad Andy Van Dam e gli ho detto: ?Ho dato loro un incarico di sole due settimane e loro sono tornati da me con un progetto che se l?avessero realizzato in un semestre intero non basterebbe che assegnassi tutti A, il voto pi? alto. ?Maestro?, che cosa mi consiglia di fare??. [Risate]. Andy ci ha pensato su un minuto, poi mi ha risposto cos?: ?Domani vai in classe, li guardi negli occhi e dici: ?Ragazzi, ? andata abbastanza bene, ma io so che potete fare molto di pi???. [Risate]. Beh, vi dir?: quello ? stato davvero il consiglio giusto. In sostanza quello che mi aveva consigliato era questo: non sappiamo fin dove debba essere alzata l?assicella. ? del tutto pretestuoso fissarla a un certo punto: nei confronti degli studenti si tratterebbe soltanto di un disservizio. Quello ? stato davvero un ottimo consiglio, perch? di fatto gli studenti hanno fatto molti progressi. Durante il semestre divenne una sorta di cosa segreta?entravo in classi che avrebbero dovuto contenere cinquanta studenti e ne trovavo 95, perch? quello era il giorno in cui i ragazzi mostravano il frutto del loro lavoro, e quindi nell?aula c?erano i loro compagni di camera, i loro amici e i loro genitori!

Non mi era mai accaduto prima di avere in aula i genitori degli studenti. Era tutto molto lusinghiero, ma al tempo stesso mi teneva sulle spine anche un po??stava diventando qualcosa di troppo grande da gestire, di cosa alquanto insolita e stravagante. Dovevamo condividerla con qualcun altro.

Se c?? una cosa che mi ? stata insegnata sin da quando ero piccolo ? condividere, e quindi mi sono detto che dovevamo assolutamente fare vedere quanto avevamo realizzato. Dovevamo organizzare un grosso show per la fine del semestre. Cos? abbiamo prenotato quest?aula, la McConomy. Ho tanti bellissimi ricordi legati a quest?aula. La prenotammo non perch? pensavamo di poterla riempire, ma perch? aveva le uniche apparecchiature audiovisive dell?universit?. Questo posto divenne una sorta di zoo?c?erano computer ovunque. Poi l?aula si riemp? di gente. C?era addirittura gente che non riusciva a entrare, gente ammassata nei corridoi. Non dimenticher? mai il rettore di quel periodo, Jim Morris, seduto qui sul palco, pi? o meno l?. Alla fine abbiamo dovuto quasi buttarlo fuori. L?aula vibrava di energia, una cosa che non avevo mai provato prima. Il presidente Cohen, Jerry Cohen, era l?, e ha provato la stessa identica sensazione.

Pi? tardi mi ha detto che quell?esperienza gli aveva fatto venire in mente un raduno allo stadio di football dell?Ohio, senza i professori, beninteso. Si ? fatto avanti e ha formulato la domanda giusta. Prima di iniziare, ha chiesto da dove venisse tutto quel pubblico. Ha chiesto espressamente di elencare di quali dipartimenti e facolt? fossero. Abbiamo proceduto quasi con ordine a elencarli, e tutte le facolt? e i dipartimenti erano rappresentati da gente del pubblico.

La cosa mi ha fatto sentire davvero molto soddisfatto: ero arrivato da poco al campus, anche lui era da poco al campus, e gi? avevamo la dimostrazione tangibile di poter unire tutto il corpo studenti.

La cosa mi ha procurato una sensazione meravigliosa. In pratica abbiamo fatto una dimostrazione a beneficio di tutto il campus. I ragazzi si esibivano laggi?: indossavano costumi e proiettavamo il tutto cos?, in modo tale che il pubblico potesse vedere bene. In pratica si poteva vedere quello che loro vedevano nella cuffia. Ci sono molti messaggi, e poi c?? questo ragazzo che fa water rafting [mostra la diapositiva di uno show di mondo virtuale]. Questo invece ? Ben in una scena di ?E.T.?. Avevo detto ai ragazzi che se non avessero preparato la scena dei bambini in bicicletta in volo verso la Luna li avrei bocciati?s?, ? vero. Avevo pensato di farvi vedere una di queste dimostrazioni. Se ? possibile, abbassate le luci, per favore?No? Ok, questo significa che non ? possibile. D?accordo, faremo del nostro meglio. [Il pubblico assiste allo show di ?Hello World?, girato durante il corso di realt? virtuale, e alla fine della proiezione applaude].

S?, si ? trattato di un corso veramente insolito, al quale hanno partecipato alcuni degli studenti pi? brillanti e creativi di tutto il campus. Per me ? stata una vera gioia farne parte. Per quanto riguarda loro, devo riconoscere che hanno preso molto, forse fin troppo sul serio alcuni aspetti della dimostrazione per il pubblico [mostra diapositive degli studenti che indossano costumi davvero molto strampalati].

Ma una cosa ? sicura: quello ? stato l?avvenimento dell?anno per il campus. La gente si metteva letteralmente in coda per poter entrare. ? stato molto gratificante e gli studenti hanno avvertito una sensazione di grande entusiasmo nell?allestire una dimostrazione-spettacolo per gente che ne andava entusiasta. Ecco, io credo che questa sia una delle cose migliori che si possano insegnare a qualcuno: la chance di dimostrare che cosa si prova facendo entusiasmare il prossimo. Si tratta di un vero dono, un dono meraviglioso. Noi cerchiamo sempre di coinvolgere il pubblico, che si tratti di dargli un bastone fluorescente o un pallone gonfiabile o ancora di farlo guidare [mostra la diapositiva di alcune persone del pubblico che nelle loro poltrone si inclinano come se stessero tenendo in mano il volante di un?automobile]. ? davvero molto cool?

Questa tecnologia, per esempio, ? stata utilizzata per la prima di ?Spiderman 3? a Los Angeles: il pubblico era in grado di controllare una cosa che era proiettata sul schermo? davvero molto simpatico. Non ho una fotografia per ogni corso di ogni anno, ma ho ripescato tutte quelle che avevo e tutto ci? che posso dire ? che ? stato un vero onore e un privilegio insegnare questo corso per circa dieci anni. Ma tutte le cose belle hanno una loro fine. Circa un anno fa ho smesso di tenere quel corso.

Mi chiedono spesso quale ? stato il momento migliore, quello che preferisco ricordare.

Non so se si possa avere un momento del genere, ma di sicuro ce n?? uno che non dimenticher? mai. Si trattava di un mondo virtuale con quello che credo fosse un ninja che andava sui roller. Una delle regole che avevamo era che queste dimostrazioni dovevano essere live e dovevano funzionare davvero. Non appena smettevano di funzionare, si ricorreva alla registrazione fatta per backup. Ma la cosa, ovviamente, diventava molto imbarazzante. [Mostra un?immagine della presentazione del Roller Ninja World]. Allora, sul palcoscenico sale il ninja e si mette ad andare sui roller, e a un certo punto non ? che cade gentilmente, si schianta! Credo fosse Steve Audia, non ? cos?? Dove sei? C?? Steve? Ah, s?, eccoti l?, il mio uomo? Steve Audia! Bene, allora io mi avvicino a lui e gli dico: ?Scusa Steve, mi dispiace ma il tuo mondo virtuale ? fallito, dobbiamo usare la videoregistrazione?. E lui sfodera la sua spada da ninja, esclama: ?Che disonore! Ahim?!?, e crolla a terra. [Applausi e risate].

Credo sia molto rivelatore il fatto che il momento migliore in dieci anni di questo corso di alta tecnologia sia stata questa performance estemporanea! Poi, al termine della videoregistrazione, le luci si sono accese, e Steve se ne stava ancora l?, sul palco, esanime, e i suoi compagni lo hanno trascinato fuori! [Risate]. Insomma, ? stato un episodio fantastico.

Il corso si basava interamente sulla capacit? di stringere rapporti di collaborazione e amicizia. A chi mi chiedeva quali fossero le caratteristiche necessarie a dar vita a un buon mondo virtuale, io rispondevo sempre di poter capire a priori se il mondo virtuale creato dagli studenti era buono soltanto osservando il loro linguaggio corporeo: se stavano gli uni accanto agli altri, si trattava sicuramente di qualcosa di buono. Il corso di ?Mondi di realt? virtuale? ? stato un corso pionieristico. [Indossa un costume dal quale spuntano alcune frecce conficcate nel dorso]. Non intendo seccarvi con tutti i dettagli, ma non ? stato cos? semplice farlo. Quando ho abbandonato l?insegnamento di questo corso di tecnologia mi hanno regalato questo costume, che credo sia molto emblematico. Significa che se fai qualcosa che ? davvero pionieristico, ti ritroverai con queste frecce conficcate nella schiena e dovrai far buon viso a cattivo gioco. Tutto ci? che poteva andare storto ? andato storto, ma in definitiva moltissime persone si sono davvero divertite tantissimo.

Quando per dieci anni fai qualcosa che consideri cos? prezioso e inestimabile, ? davvero difficilissimo passare il testimone. L?unico consiglio che vi posso dare al riguardo ? questo: per passare il testimone trovate qualcuno che sia migliore di voi. Ed ? questo ci? che io ho fatto. C?era un tipo negli studi di VR e dopo poco che ti trovavi nella sua orbita non potevi che dedurne che era una persona molto competente. Uno dei miei pi? grossi risultati a beneficio del Carnegie Mellon credo sia stato aver convinto Jessica Hodgins e Jesse Schell a unirsi al corpo insegnante della nostra universit?. Mi sono davvero entusiasmato quando ho passato il testimone a Jesse, e non mi sorprende che egli sia riuscito a portare il corso a un livello ancora superiore. Il corso ? in mani pi? che buone, in mani migliori. Ma ? soltanto un corso. E noi lo abbiamo portato a un ottimo livello. Abbiamo creato quella che io definirei la fabbrica dell?esaudimento dei sogni. Don Marinelli e io ci siamo messi d?accordo, e con il beneplacito dell?universit? e con il suo incoraggiamento, abbiamo creato dal nulla qualcosa di assolutamente pazzesco. Che non sarebbe mai stato provato altrimenti. Tutte le universit? che hanno la testa a posto non hanno niente che si avvicini neanche lontanamente a questo. Il Centro di Tecnologia dell?Intrattenimento si basava sul lavoro di artisti e esperti di tecnologia che operavano in piccole unit? per costruire e creare. Era un master professionale di due anni. Don e io eravamo due spiriti affini, ma siamo molto diversi. Chiunque ci conosca anche soltanto un poco vi potr? dire che siamo molto diversi. Tuttavia ci piaceva fare le cose in modo innovativo e forse la verit? ? che entrambi ci sentivamo un po? a disagio nell?ambiente accademico. Ero solito dire un tempo che per quanto mi riguarda sono un poco a disagio come docente universitario perch? provengo da una famiglia che lavorava per vivere, quindi? [Risate nervose]. S?, s?, ho colto le vostre risate nervose!

Ma voglio ribadire una cosa: Carnegie Mellon ? l?unico posto al mondo nel quale poteva esserci un Centro di Tecnologia dell?Intrattenimento. L?unico posto al mondo, davvero. [Mostra una diapositiva nella quale Don Marinelli, con camicia in tintura chin?, occhiali e una chitarra elettrica, ? seduto su una scrivania accanto a Randy, che fissa un laptop con indosso occhiali da intellettualoide e una camicia button-up. Sopra le loro teste c?? la scritta: ?Cervello destro/Cervello sinistro?] [Risate].

Ok, la foto ? stata un?idea di Don, e ci riferiamo a questa chiamandola ?Don Marinelli alla chitarra e Randy Pausch alla tastiera?. [Risate]. In realt? abbiamo usato davvero il cervello destro e il cervello sinistro e le cose sono andate alla grande. [Mostra una diapositiva di Don con lo sguardo intenso]. Don ? un tipo molto concentrato. Ci dividevamo uno stesso ufficio, e all?inizio si trattava di un ufficio molto piccolo. Sapete, considerata la mia situazione attuale, c?? chi a volte mi chiede?s?, sto per fare una battuta terribile, ma la far? ugualmente, perch? so che Don mi perdoner?. Alcune persone mi chiedono, vista la situazione nella quale mi trovo attualmente: ?Pensi che andrai all?inferno oppure in paradiso??. E io in genere rispondo: ?Non saprei, ma se mi toccher? andare all?inferno spero proprio che mi scontino i sei anni che ci ho gi? passati!?. [Risate]. Scherzo?Condividere l?ufficio con Don ? stato davvero come condividerlo con un tornado. C?era sempre un sacco di energia nell?aria, non si aveva idea di quello che stava per arrivare, ma si poteva essere sicuri che in qualsiasi momento c?era qualcosa di davvero entusiasmante che sarebbe capitato di l? a poco. Pertanto, per come la vedo io, se Don e io dobbiamo dividerci il merito per il successo dell?ETC, ? a lui che chiaramente spetta la parte del leone. [Mostra una diapositiva di un grafico diviso al 70 per cento a Don e al 30 per cento a Randy]. ? stato lui a fare la parte del leone con il lavoro, e ha avuto pi? idee. Ad ogni modo abbiamo formato un bel gruppo di lavoro. Siamo stati un po? come lo Yin e lo Yang, anche se ad essere giusti, dovrei dire YIN e yang! Lui si merita tutto il credito possibile e io glielo riconosco, perch? l?ETC ? un luogo meraviglioso. Adesso ? lui a dirigerlo e lo sta rendendo globale. Ne parleremo tra breve. Descrivere l?ETC ? molto difficile, ma finalmente ho trovato una metafora che mi pu? aiutare. Descrivere l?ETC ? un po? come descrivere il Cirque de Soleil a qualcuno che non l?ha mai visto. Prima o poi so che commetterete l?errore di definirlo un circo. Poi vi lascerete andare a parlare di quante tigri, quanti leoni, quanti trapezisti ci sono? ma sareste lontani, lontanissimi dalla realt?. Pertanto quando diciamo che questo ? un master, non ? in effetti simile a nessun master che abbiate conosciuto. Questo ? il curriculum di studi previsto. [Mostra la diapositiva del curriculum di studi previsto per l?ETC, nel quale compare la scritta ?Project Course? come unica voce per ogni semestre. Il pubblico ride]. Alla fine il curriculum si ? evoluto cos?. [Mostra una dispositiva con qualche raro dettaglio in pi?].

Tutto quello che sto cercando di comunicarvi visivamente ? che prima ci sono cinque progetti di Costruzione di Mondi Virtuali, poi se ne aggiungono altre tre. La maggior parte del tempo la si trascorre in piccoli gruppi a costruire qualcosa. Non c?? nulla da studiare sui libri. Don e io non abbiamo avuto la pazienza di includere l?apprendimento sui libri. Si tratta di un master. Chi lo frequenta ha gi? trascorso quattro anni sui libri e per allora deve ormai averli assimilati tutti. La chiave del successo ? una sola: Carnegie Mellon ci ha lasciato carta bianca, completamente. Non avevamo nessun preside di facolt? al quale riferire. Rispondevamo del nostro operato direttamente al rettore, il che ? un bene, visto che di solito i rettori sono troppo impegnati per tenervi d?occhio con attenzione. [Risate] Ci era stata concessa esplicita licenza di rompere gli schemi. Tutto era finalizzato al progetto, che era intenso e divertente. Abbiamo fatto perfino delle gite! Ogni mese di gennaio prendevamo tutti i cinquanta studenti iscritti al primo anno e li portavamo alla Pixar, all?Industrial Light and Magic, e quando in posti del genere hai gente come Tommy ad accoglierti, ? abbastanza facile avervi accesso.

Insomma, abbiamo fatto ogni cosa in modo molto diverso rispetto alla norma. I progetti degli studenti appartenevano al genere che noi chiamavamo ?edutainment? (intrattenimento finalizzato a educare e a divertire, Ndt). Abbiamo messo a punto tutta una serie di strumenti per il Dipartimento dei Vigili del fuoco di New York, per esempio, un simulatore network per addestrare i vigili del fuoco, utilizzando una tecnologia tipo quella dei videogiochi per insegnare alla gente qualcosa di molto utile. Niente male?Le varie aziende facevano cose molto insolite, mettevano per iscritto che si impegnavano ad assumere i nostri studenti. Qui ci sono quelli che lavorano per EA e Activision. Penso che ormai siate?quanti? Cinque? Drew lo sa, ci scommetto. [Drew Davison, capo di ETC-Pittsburgh indica con la mano che sono cinque]. Ecco, ci sono cinque accordi nero su bianco. Per quanto ne so non esiste un?altra scuola che abbia questo tipo di accordi per iscritto con le aziende. Vere e proprie promesse. E tutto ci?, ovviamente va moltiplicato di anno in anno, di conseguenza promettono di assumere gente per gli internati estivi che noi non abbiamo ancora ammesso. Questo la dice lunga sulla qualit? del programma, mi pare. Come vi ho detto, Don ? pazzo, in un modo meravigliosamente complementare. Questa sera non ? qui con noi perch? ? a Singapore, dove sta per aprire un campus ETC. Ce n?? gi? uno in Australia e ce ne sar? un altro in Corea. Vedete? Sta diventando veramente un fenomeno globale. Penso che questo la dica davvero lunga sulle altre universit?: Carnegie Mellon ? l?unica in grado di fare una cosa del genere. Adesso non ci resta che portarla in tutto il mondo.

Un altro grosso successo dell?ETC ? insegnare alla gente l?importanza dei feedback. [Rimette una diapositiva nella quale compare un grafico e i nomi degli studenti, cancellati per mantenere la loro anonimit?, compaiono in un elenco che si intitola: ?Quanto ? facile lavorare con??].

Sento in giro qualche risata nervosa da parte degli studenti: mi ero dimenticato dell?effetto di terapia shock a posteriori che si ha con questi grafici. Quando si frequenta il corso di Building Virtual Words, ogni due settimane si ha un feedback da parte dei propri compagni. Inseriamo i dati in un grosso foglio elettronico e alla fine del semestre, dopo aver avuto tre compagni per progetto, per cinque progetti, significa avere quindici giudizi statisticamente validi. Si ottiene quindi un grafico nel quale il nome di ciascuno studente scopre quanto sia facile o difficile lavorare con lui. Beh, ? un feedback molto difficile da ignorare! Alcuni, tuttavia, ci sono riusciti molto bene. [Risate]. Ma in linea di massima, tutti hanno osservato il grafico e hanno pensato: ?Wow, devo proprio migliorare. Far? bene a iniziare a pensare che cosa dire a queste persone nei nostri meeting?. Ebbene, questo ? il miglior regalo che un educatore possa fare ai suoi studenti: farli riflettere su se stessi.

L?esperienza dell?ETC ? stata meravigliosa, ma mentre grazie a Don sta iniziando a diventare globale, ? sicuramente un?esperienza faticosa e intensa. Non si tratta di tanti Tommy presi uno alla volta. N? di un gruppo di ricerca di una decina di studenti alla volta. Si tratta di 50-100 studenti per campus per quattro campus. Io volevo qualcosa di questo tipo: qualcosa che potesse essere esteso fino a milioni o perfino decine di milioni di persone, in modo tale che tutte potessero dare la caccia ai loro sogni grazie a qualcosa di preciso. Del resto, immagino che questo tipo di obiettivo che mi sono prefisso faccia sicuramente di me un Cappellaio Matto. [Indossa il cappello verde a cilindro del Cappellaio Matto] E infatti Alice ? un progetto al quale abbiamo lavorato per molto, moltissimo tempo. ? un modo del tutto inedito di insegnare a programmare un computer. I ragazzi adorano i film e i giochi. Le finte ?ci risiamo. Il miglior modo per insegnare qualcosa a qualcuno ? far s? che pensi di imparare un?altra cosa. Io l?ho fatto per tutta la mia carriera. La finta qui consiste nel fatto che loro imparano a programmare, credendo che stanno semplicemente facendo dei film o dei videogame. Questo strumento ? stato gi? scaricato oltre un milione di volte. Ci sono otto libri di testo che ne parlano. Il dieci per cento dei college degli Stati Uniti lo utilizza. E non ? ancora perfetto. La versione perfetta sar? quella prossima ventura.

Al pari di Mos?, anche io vedo la Terra Promessa, ma non vi metter? piede. Ma va bene cos?, perch? posso vederla. E la vedo anche distintamente.

Milioni di bambini nel mondo oggi si divertono imparando qualcosa che in realt? ? difficile. Davvero fantastico! Posso considerarla la mia eredit?. La versione prossima ventura uscir? nel 2008. Insegner? loro il linguaggio Java, ammesso che vogliate che sappiano che stanno imparando Java. Altrimenti, penseranno semplicemente di scrivere una sceneggiatura per un film. Stiamo prendendo i personaggi dal miglior videogame besteller per Pc della storia, The Sims.

In laboratorio sta gi? funzionando a dovere, quindi non vi ? alcun rischio tecnologico. Non ho il tempo materiale di ringraziare e ricordare il nome di tutti coloro che hanno lavorato nel team di Alice, ma vorrei quanto meno dire che chi ha realizzato tutto ci? ? Dennis Cosgrove. ? lui il designer. Alice ? la sua creatura. E per coloro che si stanno chiedendo: ?Bene, a chi devo mandare un messaggio di posta elettronica per il progetto Alice??dove sei, Wanda Dann? Ah, eccoti l?. Per favore alzati in piedi, fatti vedere. Dite tutti: ?Ciao Wanda?.

Il pubblico: ?Ciao Wanda?.

Randy Pausch: mandate a lei quel messaggio. Parler? anche un poco di Caitlin Kelleher, che ha preso il suo PhD e al momento ? all?universit? di Washington. In conclusione: Alice ? stata un grande progetto, una grande visione, e nella misura in cui una parte di noi continua a vivere in qualcosa, io sar? in Alice.

Eccoci adesso alla terza parte della nostra chiacchierata, quella riguardante le lezioni imparate.

Abbiamo parlato dei miei sogni. Abbiamo parlato di come aiutare il prossimo a realizzare i propri sogni. Da qualche parte, lungo il cammino di ognuno, deve esserci qualcosa che ci consente di realizzare i nostri sogni. Questa che vedete ? mia madre, nel giorno del suo settantesimo compleanno. [Mostra una diapositiva di sua madre che guida un?automobile in un Luna Park] [Risate] Io sono qui, alle sue spalle, sono stato appena catapultato fuori?Questo invece ? mio padre, sulle montagne russe il giorno del suo ottantesimo compleanno. [Mostra una diapositiva del padre sulle montagne russe]. Qui si vede che non soltanto era coraggioso, ma aveva anche talento perch? quello stesso giorno ha vinto quel grosso orso. Mia padre era cos? pieno di vita. Ogni cosa per lui era un?avventura. [Mostra una diapositiva di suo padre con in mano un sacchetto di carta]. Non so che cosa contenesse quel sacchetto, ma so che doveva essere una cosa proprio fantastica. Mio padre si vestiva da Babbo Natale, ma faceva anche moltissime altre cose per aiutare il suo prossimo. Questo ? un dormitorio in Tailandia che mio padre e mia madre sovvenzionavano. Ogni anno trenta ragazzi, che non ne avrebbero mai avuto la possibilit? altrimenti, possono frequentare la scuola. Questo ? un progetto al quale mia moglie e io ci siamo dedicati tantissimo.

Queste sono le cose che dovrebbe fare la gente: aiutare il prossimo.

Ma la storia migliore che posso raccontare di mio padre ? un?altra. Purtroppo mio padre ? mancato poco pi? di un anno fa. Mentre sistemavamo le sue cose ? aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale, nella Battaglia di Bulge ? abbiamo trovato una Stella di Bronzo al Valore. Mia madre non ha mai saputo di questa medaglia. In cinquanta anni di matrimonio non ? mai saltata fuori. Mia mamma?[Mostra una diapositiva di se stesso bambino, mentre tira i capelli alla madre]. Le madri sono quelle persone che ti amano anche se tu tiri loro i capelli?

Ho due splendide storie anche su mia madre. Quando io ero qui a studiare per prendere il mio dottorato, preparandomi a una cosa che si chiama ?Teoria qualificativa? ? che posso assicurarvi essere la seconda cosa peggiore della mia vita, dopo la chemioterapia ? [Risate], mi lamentavo con lei di quanto fosse difficile questo esame, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclin? verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: ?Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua et? combatteva contro i tedeschi?. [Risate]. Una volta preso il mio dottorato, mia madre adorava presentarmi dicendo: ?Questo ? mio figlio, ? un dottore, ma non quel genere di dottore che aiuta la gente?. [Risate]

Queste diapositive sono un po? scure, ma quando ero al liceo decisi di dipingere la mia camera. [Mostra le diapositive della sua camera].

Avevo sempre desiderato un sottomarino e un ascensore?e la cosa pi? incredibile di tutto ci? ? che i miei mi permisero di dipingerli! [Mostra le dispositive della sua stanza con le pareti dipinte e una formula matematica scritta sul muro]. Non si arrabbiarono per questo. Ed ? ancora l?, come l?ho lasciata io. Se andate nella casa dei miei genitori la troverete proprio cos?. A chiunque sia qui presente ed ? un genitore, raccomando una cosa sola: se i vostri figli vogliono dipingersi la loro camera, lasciate che lo facciano, fatemi questo piacere personale. Andr? tutto bene. Non preoccupatevi del prezzo al quale un giorno potrete rivendere la vostra casa.

Quali altre persone ci aiutano oltre ai nostri genitori? I nostri insegnanti, i nostri mentori, i nostri amici, i nostri colleghi. !word_censored_by_admin! mio, che cosa posso dire di Andy Van Dam? Quando ero uno studente del primo anno lui era in congedo. Sentivo parlare soltanto di lui, Andy Van Dam. Per me era una sorta di creatura mitica. Come un centauro?ma un centauro davvero particolare. Tutti erano tristi perch? lui non c?era, ma per cos? dire erano anche forse pi? rilassati. E ho scoperto perch?. L?ho scoperto perch? ho iniziato a lavorare per lui. Diventai suo assistente quando ero studente del secondo anno. Ero un giovanotto alquanto arrogante. Alla sera facevo qualche ora, intorno alle nove, e Andy era l
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"DlO li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta."
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Gi? questo dovrebbe farvi capire che tipo di professore era. Io arrivavo bel bello, con quell?aria da ?eccomi qui, sono pronto a salvare il mondo?. C?erano tutti quei ragazzini che volevano il mio aiuto?e cos? via. In seguito Andy mi ha ?olandesizzato?. S?, insomma? lui ? olandese. Mi ha messo un braccio sulle spalle e siamo andati a farci un giretto. Mi ha detto, testualmente: ?Randy, ? un tale peccato che la gente ti consideri cos? arrogante! Questo potr? porre dei limiti a ci? che sarai in grado di combinare nella vita?. Che cavolo di modo di dirti: ?Sei un autentico stronzo?. [Risate]. Non ? vero, forse? Non mi ha detto: ?Sei un stronzo?. Mi ha detto: ?La gente ti considera cos? e questo potrebbe porre dei limiti a quello che sarai capace di combinare?. Quando poi ho conosciuto meglio Andy, le batoste sono arrivate molto pi? dirette, ma [Risate] potrei raccontarvi aneddoti su Andy per un mese?. ve ne racconter? uno solo. Quando ? arrivato il momento di iniziare a pensare di laurearmi a Brown, non mi era assolutamente venuto in mente, neppure in un milione di anni, di andare a fare un master. Proprio non ci pensavo. Non era quel genere di cose che faceva la gente della mia famiglia. La mia famiglia cercava? come si chiama? Ah, s?, un posto di lavoro. Invece Andy mi dice: ?No, non farlo, prenditi un dottorato, diventa professore?. E io gli ho chiesto: ?Perch???. ?Perch? sei uno che si sa vendere cos? bene che qualsiasi azienda che voglia assumerti ti far? fare il venditore. Quanto meno potresti benissimo vendere qualcosa di utile come l?istruzione?. [Pausa lunghissima. Si rivolge direttamente a Andy Van Dam]. Grazie.

Andy, per cos? dire, ? stato il mio primo capo. Sono stato abbastanza fortunato da avere numerosi capi [varie diapositive di vari capi]. Quel cerchietto rosso ?? Al ? qui. [risate]. Non so che cosa sia successo qui. Probabilmente sta guardando girare un webcast?non so, sta prendendo la mira e non sa come?[Risate]. Non voglio dire di pi? sui meravigliosi capi che ho avuto, tranne il fatto che sono stati grandi.

So che moltissime persone nel mondo hanno avuto pessimi superiori, ma io non sono dovuto passare attraverso nulla del genere. Sono molto grato a tutte le persone per le quali ho lavorato. Sono state assolutamente incredibili. Non ? soltanto dai nostri superiori che impariamo, impariamo anche dai nostri studenti. Penso che la prima finta di tutti i tempi sia stata quella di Caitlin Kelleher, anzi, mi scuso, la dottoressa Caitilin Kelleher, che ha appena finito il dottorato e sta iniziando a lavorare alla Washington University. Quando ha visto Alice la prima volta, che era un mezzo molto facile per imparare a programmare un pc, ha detto: ?S?, ma che divertimento c????. E io le ho risposto qualcosa come: ?C?? che io sono un maschio incorreggibile e mi piace vedere i soldatini che obbediscono ai miei ordini. Questo ? il divertimento?. E lei fa: ?Mmm?, molto perplessa. Poi ha detto: ?No, meglio approcciarci come se fosse un?attivit? diversa, raccontando storie per esempio?. E ha svolto un lavoro eccellente dimostrando che se la si presentava come un?attivit? di scrittura creativa, specialmente le ragazzine delle medie erano perfettamente disponibili a imparare a usare il software del computer. Quindi, il premio di miglior finta ? aggiudicato alla dissertazione di Caitlin Kelleher!

Il presidente Cohen, quando gli ho detto che avrei fatto questo discorso, mi ha detto: ?Per favore, di? loro di divertirsi, perch? questo ? ci? che di te ricorder? sempre?. Io gli ho risposto che l?avrei fatto, ma che sarebbe stato un po? come per un pesce parlare di acqua. Insomma, io non sono capace di non divertirmi?sto per morire e mi sto divertendo. E continuer? a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perch? non c?? un altro modo per farlo. Di conseguenza, il mio prossimo consiglio ? molto semplice: sta a voi decidere se volete essere Tigro o Ih Oh [Mostra le diapositive delle immagini dei due personaggi di Winnie the Pooh]. Credo sia molto chiaro da che parte sto io, nel dibattito ?Tigro versus Ih Oh??[Risate]. Non perdete mai la capacit? di stupirsi tipica dei bambini. ? troppo importante. ? quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri.
Denny Proffitt: sa molte pi? cose su come aiutare il prossimo. E ha dimenticato molte pi? cose di quante io ne sapr? mai. Mi ha insegnato, per esempio, come dirigere un gruppo di persone, come prendermi cura di loro.
Per quanto riguarda M.K.Haley ho una mia teoria sulle persone che provengono dalle famiglie numerose: sono persone migliori degli altri, perch? hanno dovuto imparare come andare d?accordo con gli altri. M. K. Haley proviene da una famiglia di venti figli. [Esclamazione di stupore di tutto il pubblico]. S?, ? cos?, davvero incredibile. M.K.Haley dice sempre che ? divertente fare l?impossibile. Quando sono entrato all?Imagineering, era una delle persone che mi hanno messo al mio posto. Mi disse: ?Mi risulta che sei entrato a far parte del progetto Aladino. Che cosa sai fare??. E io rispondo: ?Beh, sono un professore di ruolo in informatica?. E lei: ?Molto bene, professorino, ma non ? questo ci? che ti ho chiesto. Voglio sapere: ?Che cosa sai fare???. [Risate]

Allora, ho parlato delle mie radici. Ciascuno di noi conserva ci? che reputa di valore, ci? che ci ? pi? caro. E io ho conservato il mio blusotto del liceo per tutti questi anni. [Indossa il blusotto del liceo con gli stemmi]. Ero solito indossarlo all?universit? e una delle mie amiche, Jessica Hodgins, un giorno mi chiede: ?Come mai indossi sempre quel blusotto??. Io mi sono guardato in giro, ho guardato tutti i tipi non atletici che mi circondavano ed erano tutti pi? eleganti di me. Poi ho detto: ?Perch? io posso?. [Risate]. Lei ha creduto che la cosa fosse veramente spassosa, e un anno fa mi ha regalato questa bambola Raggedy Randy Doll [tira fuori la bambola di stoffa] [Risate]. Come vedete indossa anche lei un blusotto del liceo! Bene, questo ? stato il mio regalo preferito in assoluto. ? un regalo perfetto per tutti gli egocentrici che conoscete.

Insomma, ho conosciuto cos? tante persone meravigliose lungo il mio cammino. La fedelt? ? una strada a doppio senso. C?era una volta un giovanotto dell?Universit? della Virginia, si chiamava Dennis Cosgrove?diciamo che le cose capitano?Un giorno mi sono ritrovato a parlare col preside di facolt?. No, non QUEL PRESIDE? Ad ogni modo, quel preside ce l?aveva davvero molto con Dennis, e non sono mai riuscito a capire perch?, in quanto Dennis era davvero un bravo ragazzo. Ma per qualche ragione oscura, quel preside non lo sopportava. E io a un tratto mi ritrovo a dirgli: ?Garantisco per lui?. Il preside mi guarda fisso negli occhi e mi dice: ?Ma come? Ancora non sei nemmeno di ruolo e mi vieni a dire che garantisci per questo studente del secondo o del primo anno??. Credo fosse al primo anno. E io subito: ?Certo, garantisco per lui perch? credo in lui?. Il preside commenta: ?Mi ricorder? di questa cosa quando si discuter? la tua nomina a professore di ruolo?. E io imperterrito: ?D?accordo?. Poi sono andato subito a parlare a Dennis e gli ho detto: ?Apprezzerei molto se tu fossi davvero molto bravo?. S?, la fedelt? ? una strada a doppio senso di marcia. Sono passati secoli ormai da allora, ma ? sempre lo stesso Dennis Cosgrove che adesso sta portando avanti Alice. ? con me da allora e se io dovessi scegliere un?unica persona incaricata di salire su una navicella spaziale e andare a un appuntamento con gli alieni, sceglierei Dennis. [Risate].

Non ? possibile fare un discorso al Carnegie Mellon senza ringraziare e rendere merito a una persona davvero speciale. Si tratta di Sharon Burks. Ho scherzato un po? con lei. Le ho detto: ?Guarda che se vai in pensione, non vale pi? la pena vivere?.

Sharon ? cos? meravigliosa da non poter essere descritta e per tutti noi che siamo stati aiutati da lei ? decisamente indescrivibile.

Mi piace questa foto perch? qui compare con Syl, e Syl ? fantastica, perch? mi ha dato il miglior consiglio che io abbia mai sentito. Penso che tutte le giovani ragazze dovrebbero ascoltarlo. Syl mi disse ? mi ci ? voluto molto tempo per capirlo, ma alla fine ci sono arrivato- : ?Quando ci sono degli uomini romanticamente interessati a te, ? facilissimo sapere come comportarsi. Ignora qualsiasi cosa dicano e presta attenzione soltanto a ci? che fanno. Semplice, no??. E io ripensando ai miei giorni da scapolo ho esclamato: ?Dannazione!?. [Risate]

Non mollate mai. Io non ero entrato alla Brown University. Ero nella lista d?attesa. Telefonavo e un bel giorno hanno deciso che stava diventando una vera seccatura ricevere una mia telefonata ogni santo giorno, cos? mi ammisero.

A Carnegie Mellon non sono entrato, ma Andy mi ha fatto da mentore. Mi ha detto: ?Devi fare il dottorato, quindi devi andare a Carnegie Mellon. Tutti i miei migliori studenti vanno a Carnegie Mellon?. Gi? sapete quello che sto per dirvi?quello che si era dimenticato di dirmi era quanto fosse diventato ancora pi? difficile entrare nel programma di dottorato pi? difficile del Paese. E inoltre non sapeva il punteggio che avevo avuto al Gre (test di ammissione per i master e i dottorati Usa, Ndt). Il che, visti i miei brutti voti, era davvero molto stupido. Cos? non ce la feci a entrare a Carnegie Mellon. Nessuno lo sa. Ecco: ?Oggi rivelo al mondo che non sono stato ammesso a Carnegie Mellon?. Ma ero anche un ragazzo insopportabile. Vado nell?ufficio di Andy, faccio per poggiare sulla scrivania la lettera con la quale mi comunicavano che non ero stato ammesso, e nel frattempo gli dico: ?Vorrei tu sapessi a che cosa servono le tue lettere di raccomandazione a Carnegie Mellon?. [Risate]. E prima ancora che il foglio di carta atterri sulla sua scrivania, lui sta gi? componendo un numero a telefono e mi dice: ?Lascia che sistemi questa cosa?. [Risate]. E io: ?No, no, no! Non voglio che le cose vadano cos?. Non ? cos? che mi hanno insegnato?. Poi, con voce pi? triste, continuo: ?Forse qualche altra scuola mi riterr? idoneo?. [Risate]. E Andy: ?Senti, Carnegie Mellon ? l?unico posto dove devi andare. Sai che cosa facciamo? Facciamo un patto. Vai a visitare le altre universit? e se poi non ti piaceranno o non ti sentirai a tuo agio mi farai fare questa telefonata a Nico, d?accordo??. Nico, beninteso, era Nico Haberman [Capo del dipartimento di informatica di Carnegie Mellon]. E io concludo: ?Ok, d?accordo?.

Cos? sono andato nelle altre scuole? non le nominer? certo?.[tossicchiando e coprendo la voce le elenca] Berkeley, Cornell?Tutte riuscirono a essere cos? poco accoglienti che mi ritrovai a dire ad Andy che mi sarei cercato un posto di lavoro. ?No, assolutamente? fa Andy. Prende in mano la cornetta, compone un numero e si mette a parlare in olandese. [Risate]. Poi rimette a posto la cornetta e mi dice: ?Nico dice che se fai sul serio devi essere nel suo ufficio domattina alle otto in punto?. Coloro che conoscono Nico lo sanno: non c?? niente di meglio per incutere timore. La mattina dopo, alle otto in punto, sono nell?ufficio di Nico Haberman. Mi parla e francamente penso che non ? affatto entusiasta di quell?incontro. Non ? entusiasta per niente. Mi chiede: ?Randy perch? siamo qui??. Io rispondo: ?Perch? Andy ti ha telefonato??. Ha, ha ha. [Risate]. Poi aggiungo: ?Poich? mi ha ricevuto, le dir? che ho vinto una fellowship (borsa di studio per ricercatori, Ndt). E la Office of Naval Research ? una fellowship molto prestigiosa. L?ho vinta e quando ho fatto richiesta di ammissione non c?era sul mio curriculum?. E Nico dice: ?Una fellowship? E che ce ne facciamo? Soldi?siamo pieni di soldi.?. Beh, questo era vero allora? comunque, mi dice che sono pieni di soldi. ?Perch? credi che una fellowship dovrebbe fare la differenza per noi?? mi chiede e mi guarda fisso. Ci sono momenti nella propria vita destinati a cambiartela per sempre. A dieci anni di distanza sei fortunato se ti rendi conto di quale possa essere stato quel momento, ma saperlo nel momento preciso ?mentre Nico ti guarda dentro, fino in fondo all?anima?[Risate]. E io gli ho risposto: ?Non mi riferivo ai soldi. Mi riferivo soltanto al fatto che ? un onore. Ne sono state concesse soltanto quindici in tutto il Paese. E io credo che sia un onore aver fatto qualcosa di cos? meritevole. Le chiedo scusa se le sono parso arrogante?. E Nico mi sorrise e ci? era buono. Un buon segno.

E allora? come si riesce a far s? che la gente ti aiuti? Non si pu? arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti. Io credo nel karma. Credo che si riceve ci? che si ? dato. Si riesce a farsi aiutare dalla gente dicendo la verit?, essendo onesti, porgendo le proprie scuse quando si commette un errore e focalizzandosi sugli altri, non su se stessi. Mi sono chiesto: in che modo posso esemplificare concretamente tutto ci?? [Si rivolge all?aiutante sul palcoscenico]. Abbiamo un esempio concreto che dimostri in che modo ci si deve focalizzare sul prossimo? [Si rivolge al pubblico].

Dovete sapere che ieri ? stato il compleanno di mia moglie. Se c?? una sola volta nella quale uno dovrebbe avere il diritto di concentrare l?attenzione su di s?, potrebbe essere proprio ?l?ultima conferenza?. Ma siccome mi fa star male sapere che mia moglie non ha avuto un vero compleanno, ho pensato che sarebbe molto carino se 500 persone le cantassero gli auguri [Fa il suo ingresso sul palco su un carrello una torta di compleanno gigantesca e il pubblico applaude].

Allora, tutti insieme, per favore: Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Jay, tanti auguri a te! [Applausi]. [Jay sale sul palco, con gli occhi pieni di lacrime. Con Randy si avvicina alla torta]. Ecco, adesso devi spegnere le candeline. Silenzio, prego. [Jay spegne le candeline sulla torta. Parte un lungo applauso del pubblico].

E adesso, sappiate che avete un motivo in pi? per partecipare al ricevimento. [Risate].

Ricordate: i muri esistono affinch? noi possiamo dimostrare quanto ci teniamo a superarli. Esistono per separarci dalle persone che non vogliono davvero vedere esauditi i loro desideri d?infanzia. Non cedete. L?oro migliore ? quello che giace in fondo ai barili di merda.
[Diapositiva di Steve Seabolt accanto a una foto dei Sims]. [Risate]. Ci? che Steve non vi ha detto ? che all?EA avevano un sabbatico fantastico. Ero l? da sole 48 ore, loro adoravano l?ETC, noi eravamo i migliori, i loro preferiti, ma poi uno mi tira in disparte per la manica e mi dice: ?Sai, a proposito?stiamo per consegnare otto milioni di dollari all?USC affinch? realizzi un programma identico al vostro. Noi ci auguriamo che tu possa aiutarli a decollare?. [Risate]. A quel punto arriva Steve e mi chiede: ?Che cosa hanno detto? Oh cielo!?. E poi, citando un grande uomo: ?Lascia che sistemi questa cosa?. [Risate]. E lo ha fatto sul serio. Steve ? stato un partner eccezionale. Abbiamo avuto una splendida amicizia, personale e professionale. Sicuramente lui ? stato un uomo di punta nella grande impresa mirante a insegnare a milioni di giovani?sapete, di sicuro sarebbe stato logico se me ne fossi andato a sole 48 ore di distanza da quel sabbatico, ma non sarebbe stata la cosa giusta da fare. Quando si fa la cosa giusta, accadono un sacco di belle cose. Date retta al feedback delle vostre azioni. Il vostro feedback pu? essere quello stupido foglio di carta che io avevo predisposto per gli studenti oppure un uomo davvero in gamba che vi dice quello che avete bisogno di sentirvi dire. La cosa davvero difficile ? saper ascoltare. A tutti capita di essere sgridati. Ma quella rara persona che ti dice: ?Sai, avevi ragione!? invece di dirti. ?No, aspetta, il vero motivo ? che??. A tutti ci ? capitato di sentire cose di questo tipo. Quando qualcuno vi d? la sua opinione, abbiatela cara e usatela.

Siate grati e dimostratelo. Quando sono passato di ruolo, ho portato tutto il mio team di ricercatori a Disneyland una settimana. Uno degli altri professori della Virginia University mi ha chiesto: ?Ma come ti salta in testa una cosa del genere??, e io ho risposto: ?Queste persone si sono fatte in quattro per farmi avere il miglior posto di lavoro al mondo della mia vita. Come potrei non farlo??.
Non lamentatevi. Lavorate pi? duramente.

[Mostra una diapositiva di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball di colore della serie A]. Questa ? una foto di Jackie Robinson. Nel suo contratto c?era scritto espressamente che non avrebbe dovuto lamentarsi, neppure quando i fan gli avessero sputato in faccia.

Siate bravi in qualcosa: vi rende persone di valore.

Lavorate sodo. Io sono passato di ruolo un anno prima rispetto a quanto vi ha riferito Steve. I membri pi? giovani della facolt? mi dicevano: ?Accidenti! Sei passato di ruolo presto. Qual ? il tuo segreto?? E io rispondevo sempre: ?? molto semplice. Chiamatemi nel mio ufficio, un venerd? sera qualsiasi, verso le 22, e ve lo spiego?.

Trovate in ogni persona ci? che c?? in lei di meglio. Una delle cose che Jon Snoddy - come vi ho raccontato - mi aveva detto ? la seguente: ?Potresti dover aspettare a lungo, anche anni, ma alla fine la gente ti mostrer? sempre il suo lato migliore?. Aspettate, non importa quanto ci vorr?. Nessuno ? malvagio. Tutti hanno un lato buono, basta saper aspettare e prima o poi salter? fuori.
Siate pronti. La fortuna ? quel momento in cui la preparazione incontra l?opportunit?.

Concludendo, oggi vi ho parlato dei miei sogni d?infanzia, di come far s? che i sogni degli altri si realizzino, e di alcune delle lezioni imparate nel corso della vita.

Ma avete scoperto qual ? la vera finta? [Pausa ad effetto].

Non ? come realizzare i propri sogni, ma come vivere. Se vivrete nel modo giusto, il karma si prender? cura di s?. I sogni verranno da voi.

E avete capito anche la seconda finta? Questo mio discorso non era per voi, ma per i miei figli.

Grazie a tutti, buonanotte.

[Applausi e standing ovation per 90 secondi. Randy porta Jay sul palco. Insieme si inchinano. Poi si siedono al loro posto. La standing ovation prosegue per un altro minuto]

Randy Bryant: Vi ringrazio tutti di essere qui. Questo ha significato molto, lo so, per Randy Pausch. Aveva la sua idea in merito, fino a ieri sera era convinto che in questa aula non ci sarebbe stato nessuno.

S?, lo so. Io sono ?l?altro Randy?. Questo ? stato il mio ruolo sin da quando Randy Pausch dieci anni fa ? entrato in facolt?. Questo significa che quando mi presento a qualcuno, e dico: ?Sono Randy Bryant, di Informatica?, immancabilmente la persona alla quale mi sono presentato dice: ?Ohhh, Randy di Informatica?quello che fa quelle cose meravigliose costruendo i mondi virtuali e insegnando programmazione ai bambini??. E io: ?No, no, io sono l?altro Randy, quello sbagliato. Scusi, sa, io sono soltanto quello sfigato?. [Risate].

Sono molto lieto oggi di essere in grado di elencare brevemente i molti modi con i quali vogliamo dimostrare a Randy tutta la nostra riconoscenza per il contributo che ha dato al Carnegie Mellon, al dipartimento di informatica e pi? in generale al mondo intero. Abbiamo pertanto un breve programma. Ci saranno alcune persone che chiamer? qui sul palco una alla volta. Fungo un po? da MC qui?allora, il primo che vi presento ? qualcuno che avete gi? incontrato, Steve Seabolt di Electronic Art. [Applausi].

Steve Seabolt: La mia famiglia si ? chiesta se ce l?avrei fatta a introdurre questa serata. [La sua voce comincia a incrinarsi]. Ce l?ho fatta, ma potrei non farcela altrettanto bene adesso? Abbiate pazienza con me, vi prego.

Come Randy ha gi? detto, lui e io, Carnegie Mellon e Electronic Arts condividono una stessa passione: coltivare le giovani ragazze e cercare di incoraggiarle a lanciarsi nella matematica e nel campo scientifico.

Non tutti i fanatici di computer al mondo devono necessariamente essere maschi. Sapete, ? soltanto uno strano scherzo del destino che ci siano cos? tante persone preoccupate per la delocalizzazione all?estero dei posti di lavoro e tante societ? costrette a questa pratica e sempre meno giovani che si dedicano all?informatica. Il numero delle donne che entrano in questo settore di studi continua a scendere inesorabile. Ci sono troppe poche Caitlin in questo mondo. Di Caitlin ce ne occorrono molte di pi?. Tenendo ci? bene in mente, l?Electronic Arts ha deciso di istituire un fondo per le borse di studio. Si tratta del fondo Randy Pausch per le borse di studio istituito nel 2007 da EA, in onore del contributo e della leadership di Randy a beneficio dell?istruzione, l?informatica, l?entertainment digitale e del suo impegno nei confronti delle donne nella tecnologia. Questa borsa di studio sar? assegnata ogni anno a una studentessa del CMU che dimostri eccellenza in informatica e passione per perseguire una carriera nell?ambito dei videogiochi. Randy, siamo davvero onorati di poterla intitolare a te. [Applausi].

Randy Bryant: Il prossimo che voglio chiamare sul palco ? Jim Foley, della facolt? del Georgia Tech, che rappresenta inoltre l?ACM Special Interest Group in Computer Human Interaction. [Applausi]

Jim Foley: [fa segno a Randy Pausch di salire sul palco e lo abbraccia]. Questo ? per Jim. [Applausi]. L?ACM, l?Association for Computing Machinery ? un gruppo formato da centomila professionisti del settore informatico. Una delle loro aree di maggiore interesse ? l?interazione uomo-computer. Alcune settimane fa un caro amico di Randy ha scritto una citazione sottoscritta poi da molte persone, arrivata al comitato esecutivo di SIGCHI, che a nome degli iscritti al SIGCHI, ha autorizzato questa presentazione speciale. La citazione ? stata scritta da Ben Schneiderman e modificata poi da Jenny Preese e Ben Peterson, e quindi sottoscritta da moltissimi tuoi amici e adesso dal comitato esecutivo.

Permettetemi dunque di leggervi questa citazione: ?Premio speciale per i contributi professionali. Il lavoro innovativo di Randy Pausch ha coperto varie discipline e ispirato sia ricercatori maturi sia una generazione di studenti. La sua profonda competenza tecnica, la sua scelta di progetti immaginari, il suo pensiero visionario si sono sempre combinati con energia e passione. Dai suoi primi lavori sul semplice strumento dell?interfaccia utente al suo attuale lavoro sul linguaggio di programmazione tridimensionale Alice, egli ha sempre dimostrato che un innovativo design degli strumenti consente una grande partecipazione nella programmazione, specialmente da parte delle donne e delle minoranze. Randy Pausch si ? strenuamente impegnato per coinvolgere gli studenti di ogni livello in rigorosi progetti intellettuali, e la sua affascinante conferenza si presta a diventare un modello per ogni insegnante e ogni conferenza. S?. S?. S?. [La voce si incrina]. Il suo lavoro ha contribuito a rendere pi? note e pi? rispettate le esperienze di progettazione di gruppo e la ricerca nell?ambito dell?informativa educativa. In qualit? di National Science Foundation Presidential Young Investigator, Lilly Teaching Foundation Teaching Fellow, cofondatore del ET Center del CMU e consulente di Disney Imagineering e EA, Randy ha portato a compimento un lavoro da pioniere nel design dell?interfaccia informatica e delle esperienze ricche di emozioni. Per questi e molti altri suoi contributi, il consiglio esecutivo dell?ACM SIGCHI ? orgoglioso di consegnare a Randy Pausch questo premio speciale per i suoi contribuiti professionali?. [Applausi].

Randy Pausch sale sul palcoscenico per ritirare il premio.

Randy Bryant: Grazie Jim. Adesso vorrei chiamare sul palco Jerry Cohen, presidente della Carnegie Mellon University. [Applausi].

Jerry Cohen: Grazie ?altro Randy?. [Cerca di spostare la borsa di Randy Pausch a lato del podio]. Viaggi pesante, eh ragazzo? Molti di noi hanno riflettuto a lungo e discusso a lungo su come riconoscere in maniera duratura e adeguata in questo campus il contributo che tu le hai dato, ci? che tu hai significato per questa universit?. Molte persone sono coinvolte in tutto ci?. E tu che credevi che il rettore non prestasse attenzione! [Risate]

In effetti uno dei modi con i quali ti ricorderemo sono questo conto di 50.000 dollari per i peluche e altri 47.862,32 dollari per le pizze. Grandi contributi, grazie Randy, davvero! [Risate]

Una delle cose che purtroppo non possiamo fare ? scoprire in che modo tenere qui con noi per sempre il tipo di persona che sei. La tua umanit?, quello che hai voluto dire per noi come collega, come insegnante. Come studente e come amico. Non c?? modo di cogliere in pieno tutto ci?. Ma ci sono i nostri ricordi. Ed esiste un modo per ricordarti tutti i giorni, quando si attraversa il campus. E alla fine ho avuto un?idea. Tu hai fatto grandi cose per questo campus e per l?informatica e per il mondo. Sicuramente Alice vivr? a lungo. Ma ci? su cui ci concentreremo adesso ? ci? che tu hai fatto per collegare l?informatica all?arte. ? stato sbalorditivo, di tutto rilievo. Ha avuto un impatto enorme e credo che continuer? ad averlo oserei dire per sempre. Per riconoscere tutto ci? faremo quanto segue. Ottimo lavoro, ?Altro Randy?. [Risate, mentre Randy Bryant prende il proiettore per inserire altre diapositive].

Per realizzare ci?, dobbiamo erigere un edificio. [Diapositiva di un modellino dell?edificio Gates]. Un edificio da cento milioni di dollari che ci consenta di fare quanto segue. Il Purnell Center for the Arts ospita la scuola di Arte drammatica. Quell?edificio moderno nuovo, con una met? del tetto verde, ? il Gates Center for Computer Science. Da tempo progettavamo di collegare fisicamente questi due edifici, sia per consentire alle persone di scendere nella parte inferiore del campus, sia per la tremenda importanza simbolica che potrebbe avere. Bene, a nome del Consiglio di amministrazione della Carnegie Mellon e in nome dell?intera universit?, sono lieto di annunciare oggi che il ponte che collegher? questi due edifici sar? noto con il nome di Randy Pausch Memorial Footbridge. [La diapositiva mostra il modellino del ponte] [Applausi] Adesso, per?, dopo quello che ci hai detto oggi in questa conferenza, staremmo pensando di mettere un muro di mattoni a ogni estremit?, e di lasciare che gli studenti ne facciano quello che credono meglio. [Risate]

Randy, ci saranno generazioni di studenti e di docenti che verranno qui e non ti conosceranno, ma attraversando quel ponte vedranno il tuo nome e chiederanno a noi che ti abbiamo conosciuto chi eri. E noi risponderemo che purtroppo non hanno potuto conoscere l?uomo, ma sicuramente conosceranno e vivranno l?impatto di ci? che quell?uomo ha fatto. Randy, grazie di tutto quello che hai fatto per la Carnegie Mellon. Ci mancherai. [Applausi] [Randy sale sul palco e lo abbraccia].

Randy Bryant: Bene, ogni bello spettacolo ha bisogno di una degna conclusione. Per questo motivo invito a salire sul palco Andy Van Dam. [Applausi]

Andy Van Dam: Grazie, mi piace l?idea di aver l?ultima parola, ma essere qui alla fine di questo meraviglioso spettacolo, non so se ? l?idea giusta. [Applausi] Ho iniziato a lavorare alla Brown nel 1965 ed ? stato per me un grande piacere e una enorme gioia non soltanto insegnare a migliaia di studenti universitari e a qualche laureato, ma anche poter lavorare gomito a gomito con circa duecento di loro. Sono inoltre orgoglioso di poter affermare che 35 di loro hanno seguito i miei passi dedicandosi all?insegnamento.

Tra questi ultimi, ? stato sempre chiaro che Randy spiccava pi? di altri. Ha dimostrato molto presto di poter essere promettente e di avere una passione per questo settore e di voler aiutare gli altri, proprio quella di cui ha dato prova ampiamente anche oggi. La sua passione ? stata pari soltanto alla sua determinazione e alla sua tenacia, a fronte di tutti i muri di mattoni che si ? trovato davanti. Ne avete sentito parlare molto e ne avete avuto la riprova da come sta combattendo questa terribile malattia. Come il piccolo dell?elefante (da un racconto omonimo di Rudyard Kipling, Ndt) tuttavia, era pieno di insaziabile curiosit?, lo ricorderete. E come ? capitato al piccolo dell?elefante, anche lui ? stato sculacciato da tutti i suoi conoscenti, e anche di questo avete sentito parlare. Era impertinente e aveva un senso dell?umorismo irrefrenabile e turbolento, che lo ha portato a questo fantastico spettacolo odierno. Era molto sicuro di s?, al punto talvolta di essere sfacciato. Ed era anche testardo come un mulo. E lo dico io, che sono olandese, famoso per la mia testardaggine. Per dirla in modo pi? gentile, aveva una bussola interiore eccezionalmente forte, e lo avete potuto constatare pi? volte. Ora, essendo io stesso stato accusato per molte di queste caratteristiche, le considero pi? come peculiarit? che come difetti. [Risate] Avendo dovuto imparare l?inglese a ogni costo, ho sempre avuto l?abitudine di esigere che gli studenti parlassero e scrivessero sin dall?inizio un inglese corretto. E Randy-il-chiacchierone non ha mai avuto problemi con questo. Ma un problema l?aveva. Un?altra delle mie fissazioni era quella di far s? che gli studenti americani si accostassero alle culture straniere, in particolare alla cultura culinaria degli altri Paesi, e pi? in particolare ancora a quella cinese. Cos? ogni tanto portavo i miei studenti in un meraviglioso ristorante cinese, dove preparavano piatti scelti da un menu in cinese. Ho cercato di convincere Randy a provare la cucina cinese?ma credete che il Signor-solo-pane-bianco abbia mai assaggiato quella roba? [Risate] Neanche per sogno. E, cosa ancora peggiore, si ? rifiutato di imparare a usare le bacchette. All?epoca ero preside di facolt? e gli dissi che non l?avrei fatto laureare se non avesse imparato a mangiare con le bacchette. [Risate] Gli dissi: ?? un obbligo, hai capito??. Naturalmente non mi credette. E quando venne il momento di laurearsi gli consegnai il suo diploma. Questa ? la fotografia che hanno scattato i suoi amici [la diapositiva mostra la cerimonia di consegna dei diplomi della Brown University del 1982. Randy indossa tocco e toga, e dopo aver srotolato il suo diploma spalanca la bocca per la sorpresa]. Nella diapositiva potete vedere Randy che srotola il suo diploma per mostrarlo ai genitori. Ma invece del diploma, c?? una copia autografa del menu del ristorante cinese. [Risate e applausi]. Quella ? stata una delle rare volte nelle quali ho avuto la meglio su di lui, lo confesso.

Siamo tutti qui riuniti oggi, tutti noi e centinaia e centinaia di altre persone in tutto il Paese e oserei dire nel mondo per prendere parte a questo grande evento che celebra te e tutta la tua vita. Randy ? una brava persona, in Yiddish diciamo ?Mensch?. I tuoi molteplici risultati di docente universitario modello, specialmente di mentore dei tuoi studenti, le tue spedizioni a Disneyland non soltanto uniche, ma leggendarie?Tu hai pi? che rispettato i termini previsti dalla Carta dell?Universit? Brown che sono: adempiere ai doveri della vita utilmente e con gloria. La tua totale dedizione alla famiglia e alla carriera ? esemplare e continuer? invariata mentre sarai alle prese con l?immensa difficolt? della tua situazione. Tu esemplifichi il coraggio di chi non si lascia scoraggiare e lo stato di grazia di chi ? messo sotto pressione. La pressione pi? terribile che si possa immaginare. Randy, sei stato e continuerai a essere un modello di comportamento per tutti noi. [La voce comincia a incrinarsi]. Grazie per tutto quello che hai fatto per noi e di averci permesso di dirti in privato e in modo cos? pubblico e ufficiale quanto ti ammiriamo, ti onoriamo e ti amiamo. [Applausi]
IMPOSSIBLE IS NOTHING
Habere Non Haberi - Memento Audere Semper
"DlO li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta."
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MacGyver

Citazione"Brick walls are there for a reason. The brick walls are not there to keep us out. The brick walls are there to show how badly we want something. Because the brick walls are there to stop the people who don?t want something badly enough. They are there to keep out the other people."

Citazione"But remember, the brick walls are there for a reason. The brick walls are not there to keep us out. The brick walls are there to give us a chance to show how badly we want something. Because the brick walls are there to stop the people who don?t want it badly enough. They?re there to stop the other people"

Citazione"Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, ? l? per un motivo preciso. Non ? l? per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilit? di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono l? per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono l? per fermare gli altri."

CitazioneBrick walls are there for a reason. They let us prove how badly we want things.

Bello! lo metto nella tesi nella prima pagina...  ;D
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ajononno

ma secondo te chi tra noi lavoratori e non nullafacenti come te leggeranno questo post?
Comunque mi stupisco che dopo due anni ci sia ancora qualcuno che si chiama Anonimo!!


MacGyver

io non l'ho letto... cercavo solo la frase che ho scritto in inglese... cosi ho postato il testo che un giorno lo leggero... un giorno forse quando sar? in pensione... cio? mai
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ajononno

Comunque mi stupisco che dopo due anni ci sia ancora qualcuno che si chiama Anonimo!!